La storia di Evan Ndicka parte da lì, da una delle tante banlieu della sterminata periferia parigina, scrive Stefano Cieri su La Gazzetta dello Sport. Il pallone è l'unico svago che lui e i suoi fratelli possono permettersi. Ma presto diventa occasione di riscatto. Succede quando lo nota un osservatore dell'Auxerre, che percorre in lungo e in largo i quartieri più difficili di Parigi alla ricerca di talenti. ] Gli allenatori delle giovanili se lo litigano. Alla fine a mettere tutti d'accordo arriva il tecnico della prima squadra, Cedric Daury, che lo porta con sé e lo fa debuttare a soli 17 anni. Gli allenatori delle nazionali giovanili francesi lo chiamano puntualmente, ma la sua storia con le selezioni transalpine si interromperà nel momento di passare nella nazionale maggiore. La convocazione tarda e Ndicka non resiste al fascino delle sue origini africane. Sceglie così la Costa d'Avorio, il Paese della madre. Una decisione che si rivelerà lungimirante, visto che lo scorso febbraio il difensore della Roma vince da protagonista la Coppa d'Africa.
La Gazzetta dello Sport
Evan story: dalle banlieue alla Coppa d’Africa da predestinato
La convocazione con la Francia tarda e Ndicka non resiste al fascino delle sue origini africane. Sceglie così la Costa d'Avorio, il Paese della madre
Nel frattempo il ragazzo della banlieue di strada ne ha fatta tanta. Nel 2018 l'Auxerre, sia pur a malincuore, lo cede all'Eintracht Francoforte. In Bundesliga Ndicka cresce ancora e si impone all'attenzione del pubblico internazionale. Anche perché, nel 2022, vince con l'Eintracht l'Europa League.
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