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La Gazzetta dello Sport
Europa League, Sacchi: “Roma o Milan, una andrà in finale”
Obiettivo Europa. L’Italia non vince la Champions League dal 2010, e non la vincerà nemmeno quest’anno perché tutte le nostre squadre sono state eliminate, però ne abbiamo piazzate tre nei quarti di finale di Europa League e una nei quarti di Conference League. L’ultimo successo di un club del nostro Paese è quello della Roma, in Conference nel 2022. Bottino magro, a livello di trionfi, se pensiamo che negli anni Novanta dominavamo i tornei del continente. Arrigo Sacchi, 78 splendidi anni lunedì, prova a fare le carte al futuro: "Ma adesso, in Europa League, possiamo giocarcela. Almeno una, tra Milan e Roma, la portiamo avanti: sono da finale. Anche in Conference: la Fiorentina è favorita" dice Arrigo Sacchi itervisato da Andrea Schianchi su La Gazzetta dello Sport..
Partiamo dall’Europa League e dal derby italiano tra Milan e Roma. Come lo vede? "Sfida aperta e mi spiego subito. Il Milan è stato piuttosto discontinuo nel corso della stagione, però in questo 2024 sta dimostrando di aver fatto dei miglioramenti. Non è ancora la squadra che io vorrei vedere, compatta e solida in ogni reparto, o perlomeno non riesce a essere sempre così. Ma ha margini di crescita e, soprattutto, ha esperienza internazionale".
È sufficiente l’esperienza per passare il turno? "No, serve il gioco prima di tutto. Ma il Milan, il gioco, quando azzecca la giornata giusta, ce l’ha. E adesso ce l’ha pure la Roma. Con De Rossi c’è stato un cambiamento radicale. La squadra ha idee, si muove secondo uno spartito, sembra completamente diversa rispetto al periodo di Mourinho. Non so che cosa sia successo, non essendo dentro all’ambiente giallorosso, però penso che questa Roma darà parecchio fastidio al Milan".
Risultato? Chi arriverà in semifinale? "Non sono un indovino, mi limito a dire che può succedere di tutto. Forse il Milan ha il vantaggio di giocare la prima a San Siro. Ma consideriamo che nelle partite di coppa sono fondamentali, soprattutto in primavera, l’aspetto psicologico e l’aspetto fisico".
Che cosa le piace della nuova Roma? "Vedo maggiore intraprendenza. E poi è stato riesumato un giocatore come Pellegrini che io conosco bene perché veniva nelle nazionali giovanili quando ne ero responsabile. È un bravo ragazzo e un bravo calciatore".
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