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La Gazzetta dello Sport

Europa League, Roma rischio Brighton ma niente Liverpool

Europa League, Roma rischio Brighton ma niente Liverpool - immagine 1
La squadra di Mourinho e l'Atalanta sono teste di serie come i rossi di Klopp, favoriti assoluti
Redazione

L’hanno sollevata più volte e sfiorata in tante altre occasioni, scrive Fabio Licaris su La Gazzetta dello Sport. Gasperini, Moyes, Xabi Alonso, Amorim, Marcelino e Pellegrini rivali temibilissimi in panchina. Non parliamo di De Zerbi, sicuramente il più atteso: il suo Brighton è il pericolo vagante fuori dalla prima fascia. Se non fosse l’Europa League qualche dubbio potrebbe venire: leggendo nomi e fasce del sorteggio dei gruppi (oggi alle 13 a Montecarlo) si capisce che è un’Europa League spettacolare. Due le italiane, Roma e Atalanta: sono teste di serie e vanno all’assalto di una coppa sfuggita ai giallorossi l’anno scorso in finale, tra le polemiche per l’arbitraggio di Taylor e le agitazioni in panchina che hanno portato alla squalifica di Mourinho. Questa è una gran bella Europa League. E i gruppi contano più che in Champions perché passa soltanto la prima: la seconda va agli spareggi.

 Il montepremi è 465 milioni, meno di un quarto della Champions (oltre 2 miliardi). Chi vince non va oltre i trenta-quaranta milioni complessivi. Ai blocchi di partenza sono Roma e Liverpool le grandi favorite. Dopo due finali consecutive, Conference vinta ed Europa League persa, si può dire: con Mou i giallorossi hanno ritrovato una dimensione europea. Il Liverpool è una grande un po’ decaduta, oscurata dal City, ma in Premier gli equilibri sono molto instabili. Hanno i grandi nomi. Lukaku, Dybala, Aouar, Pellegrini nella Roma. Salah, Darwin Nunez, McAllister e Alexander-Arnold con Klopp. Da Champions, appunto.

L’Europa League è a modo suo più complicata. Primo motivo: a febbraio arrivano le retrocesse dalla Champions e i rapporti di forza cambiano. Mou se n’è lamentato e dal prossimo anno, con le tre coppe strutturate con girone unico a 36, non ci saranno più seconde occasioni: chi perde esce. Secondo: si qualificano direttamente agli ottavi soltanto le prime di ogni gruppo. Le seconde, per raggiungerle, devono spareggiare con le “retrocesse” dalla Champions. Le terze, infine, giocano i playoff con le seconde dei gruppi di Conference per restare in Europa, anche se nel terzo torneo. Insomma, l’obiettivo è vincere il gruppo. Calcoli vietati.

 

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