La voce di Enrico Vanzina si intenerisce ogni volta che nomina il suo Carlo. La rabbia sembra più lontana, non il dolore. "Carlo è stato un tifoso della Vita, un ultrà della Gioia. Carlo faceva il tifo per l’umorismo, per le persone intelligenti, per la sua famiglia, faceva il tifo per i ricordi, per i sentimenti, per il lavoro e per il tempo libero, per i viaggi, per le belle donne, per la letteratura, per i quadri, per i film degli altri. Per questo vorrei che questo fosse soprattutto un libro sulla bellezza della vita, un libro di speranza". In un'intervista a La Gazzetta dello Sport il regista romano ha raccontato il rapporto con la Roma. "Del resto il calcio è una meravigliosa metafora della vita, con dentro il destino, il talento e la sfortuna, ma anche un po’ di violenza e di rabbia, come in tutti noi. Per questo i nostri film ne sono pieni".
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Enrico Vanzina: “Grazie Roma, con te Carlo ha sorriso fino alla fine”
Il regista: "Senza le tante cessioni forse avremmo la squadra più forte d'Europa. Nonostante il mio pessimismo credo sarà una grande stagione"
Così come il libro, dove c'è parecchia Roma.
Qui ricordo tre partite: un Chelsea-Roma di Champions, con Carlo che già stava male. Pareggiammo 3-3, una gara straordinaria, e mio fratello quella sera dimenticò tutto. Poi la rimonta in casa con il Barcellona di due stagioni fa e la gara di quella stessa Champions con il Liverpool all’Olimpico: andò come andò, ma lui aveva gli occhi pieni di gioia. Il calcio lo ha aiutato molto. Per questo mi sono commosso tantissimo quando ho visto la maglia di Totti sulla sua cassa, non so nemmeno chi ce l’abbia messa, forse l’ha mandata Francesco... Carlo lo adorava e nel tempo erano diventati grandi amici, cenavano spesso insieme. Per questo l’ho voluto raccontare nel libro.
Che tifosi siete stati?
Molto diversi, ma la Roma è sempre stata importante per entrambi. Carlo era più tranquillo, anche se non ha mai perso una partita. Il calcio gli piaceva moltissimo. Io sono un vero malato di Roma, da ragazzino partivo in treno con i gruppi, mi hanno pure arrestato.
Cosa pensa di questa Roma?
Negli ultimi anni la gestione ha lasciato un po’ a bocca aperta. Senza tante cessioni avremmo forse la squadra più forte d’Europa, ma è stata smembrata anno dopo anno. Spero le cose siano cambiate ora. Sono contento della conferma di Dzeko, Mkhitaryan mi sembra bravo e trovo giusto puntare sui giovani: Zaniolo se non si monta la testa è un gran giocatore e Pellegrini è forte. Poi io sono innamorato pazzo di Bello de nonna (Florenzi, ndr), sono felice sia il nostro capitano perché dà l’anima. Fonseca? Mi piace perché è elegante e non un capopopolo sguaiato e arruffone. Nonostante il mio pessimismo, io credo sarà una grande stagione.
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