Schick, ora o mai più. Dzeko mancherà per un po’, il ceco deve cambiare marcia, e trasformarsi in quello che la Roma si aspetta da un po’: un giocatore molto più Schick e molto meno timoroso. Anche perché dall’infermeria non arrivano certo buone notizie per l’attacco. Ieri, infatti, gli accertamenti strumentali hanno confermato le lesioni sia per Dzeko (coscia sinistra) sia per El Shaarawy (flessore destro): tra primo e secondo grado per il bosniaco (che comunque nei prossimi giorni farà un ulteriore esame), di secondo grado per il Faraone. Il che vuol dire almeno tre settimane di stop per entrambi, forse anche quattro per El Shaarawy.
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E dopo le tre con Sampdoria, Udinese e Real Madrid, sarà lui il punto di riferimento dell’attacco giallorosso anche contro Inter, Cagliari, Viktoria Plzen e Genoa. Insomma, si legge su La Gazzetta dello Sport, una striscia di almeno sette gare una dietro l’altra, che poi potrebbe anche allungarsi se Dzeko non riuscisse a recuperare per la sfida dell’Allianz Stadium. Del resto, la stagione scorsa è andata male e questa, per ora, sta andando anche peggio, nel senso che Schick ha visto diminuire la media voto (5,5) e nelle 11 gare in cui è sceso in campo ha segnato appena un gol. Insomma, se con la Repubblica Ceca gioca con un’altra leggerezza (e con un altro rendimento, anche come gol), evidentemente Schick paga di testa la pressione di Roma e il peso delle responsabilità. Cosa che ha ammesso anche lui, ma che sembrava essere bypassata. Ora c’è l’occasione per metterla davvero da parte, ma tocca a Schick. E solo a lui.
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