Arrivato in estate a parametro zero, Ivan Marcano aveva scelto la Roma (anche) su consiglio dell’amico Casillas perché era convinto che la Serie A fosse un campionato adatto alle sue caratteristiche. La difesa alta di Di Francesco, e le difficoltà che hanno coinvolto il suo reparto e la squadra tutta, non lo hanno aiutato, tanto che lo spagnolo ha giocato appena 11 partite. Da quando c'è Ranieri la storia è cambiata: con il vecchio allenatore, in Serie A, aveva giocato contro Atalanta, Chievo e Frosinone, col nuovo è stato invece impiegato contro l’Empoli, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.
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"In questa stagione ho giocato meno di quello che volevo - ha ammesso Marcano ai microfoni di Sky -, e la prima cosa è cercare di fare autocritica. Ma io voglio fare meglio e restare". Mai aveva giocato così poco in carriera in giro per l’Europa, tra Spagna, Portogallo, Russia e Grecia. Paesi diversi, allenatori diversi, modi di difendere diversi, come diversi, per non dire agli antipodi, sono quelli di Di Francesco e Ranieri: "Ogni allenatore ha le proprie idee e le proprie differenze, ma io non voglio rivelare troppo. Venivamo da un periodo con troppi gol presi e la priorità del nuovo tecnico è dare sicurezza alla difesa".
Sua moglie e suo figlio si trovano bene, Marcano è perfettamente integrato nel gruppo - proprio Fazio e Perotti sono quelli con cui ha il legame più forte - e la società, come professionista, non ha mai avuto nulla da eccepire. Fino a qualche settimana fa la sua storia a Roma sembrava segnata, e se fosse rimasto Di Francesco difficilmente anche lui avrebbe chiesto di restare, ora l’impressione è che le pagine possano essere riscritte. Con la difesa bassa e bloccata di Ranieri, e con un sistema di gioco più adatto alle sue caratteristiche, Ivan avrà sicuramente un’opportunità in più. A lui l’occasione di coglierla.
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