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La Gazzetta dello Sport

Effetto Mou. In 30 mila all’Olimpico e la Roma di coppa vuole calare il tris

Getty Images

Con il Trabzonspor c’è il tutto esaurito. José: "Tocca noi accendere i tifosi"

Redazione

Si andrà anche oggi a sfiorare i trentamila, esattamente pochi giorni dopo Roma-Fiorentina. È l’effetto-Mou, l’onda emozionale che sta attraversando Roma grazie al carisma ed all’influenza di un allenatore come il portoghese, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Ma è anche la voglia di continuare a vedere la Roma vincere, migliorare e avanzare. Perché la partita con il Trabzonspor è una di quelle da «knockout», come l’ha definita all’andata lo stesso Mourinho. Ed è per questo che il portoghese non cambierà molto rispetto alle partite precedenti. Perché José sa benissimo che stasera non si può sbagliare, non si può correre il rischio di non andare avanti in una coppa in cui i giallorossi hanno l’obbligo di provare a sognare. Del resto, la Roma è la testa di serie numero uno della competizione (90 il suo coefficiente Uefa, due punti sopra un Tottenham che rischia l’eliminazione e deve ribaltare lo 0-1 dell’andata in casa del Pacos de Ferreira). E vuole provare ad arrivare fino in fondo. Iniziando a centrare stasera la terza vittoria consecutiva, il che non sarebbe poi male. L’empatia Ovviamente, anche stasera la grande attrazione sarà proprio lui, Mourinho, che la gente giallorossa sta imparando a capire ed apprezzare dal profondo del cuore, dopo che per anni lo ha considerato un nemico feroce (a causa della rivalità con l’Inter e di quello scudetto perso al fotofinish nel 2010). Adesso è tutto diverso. E Mou lo sa bene. "Siamo noi che dobbiamo creare l’empatia giusta con il nostro modo di giocare - dice il portoghese - E se a volte non si potrà giocare bene, penso che i tifosi accetteranno anche una performance negativa. Ma ci sono alcune cose che non sono negoziabili e devono esserci sempre. Cose che i tifosi capiscono molto bene come l’interpretazione, l’atteggiamento, il modo di essere professionisti e di giocare per noi e per la gente. Il rapporto dipende da noi, è una nostra responsabilità. Loro daranno quello che ritengono sia giusto dare".