L’impressione è che il (presunto) ciclone Scamacca per la Roma sia stata una pioggerellina, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Da qualche giorno, infatti, la società giallorossa aveva capito che la porta il West Ham non l’avrebbe mai aperta alle condizioni che a Trigoria desideravano, ovvero il prestito con diritto di riscatto che sarebbe diventato obbligo al materializzarsi di determinate condizioni.
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Ecco Sanches: c’è l’accordo per la mezzala. La nuova Roma blinda la mediana
Detto questo, il general manager giallorosso Tiago Pinto non sta fermo, perciò – in attesa di ricalibrare gli obiettivi per l’attacco – il centrocampo può dirsi quasi virtualmente concluso. Al termine della tournée in Estremo Oriente, infatti, Renato Sanches dovrebbe lasciare il Psg per approdare alla corte di José Mourinho, con la formula del prestito con diritto di riscatto.
Una volta che sarà chiuso il discorso legato al centrocampo, si penserà concretamente all’attacco. Detto che il baby trequartista Jon Guerrero è stato ufficializzato ieri (prestito dal Real Madrid), la Roma parte da una premessa: nel 2024 tornerà a disposizione Tammy Abraham e quindi, avendo in rosa anche Andrea Belotti, la società non vuole fare follie dal punto di vista economico per un giocatore che non rientri nei parametri legati all’età (bassa) e all’ingaggio (contenuto).
Per questo, alle condizioni richieste dall’Atletico Madrid per il momento Morata resta una chimera, mentre uno come Daka del Leicester – nonostante la retrocessione del club inglese in seconda serie – per il momento non viene dato in prestito. Smentite, inoltre, le voci intorno al croato Marin Ljubicic del Lask Linz, mentre si esamina Vangelis Pavlidis dell’AZ Alkmaar. Come si vede, profili ben diversi rispetto a Scamacca e Morata, ma più compatibili con i vincoli imposti dal “settlement agreement” della Uefa.
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