rassegna stampa

Ecco PerTotti, il mago argentino che da falso nove ricorda Francesco

Diego si muove un po’ come il capitano della prima Roma spallettiana. Segna di meno ma offre più assist

Redazione

Con una modifica oramai certificata, e cioè l’inserimento di Perotti come falso nove, centravanti di manovra, un po’ come successe con Totti nella prima Roma spallettiana, quella che aveva come marchio di fabbrica il 4-2-3-1 e che fece innamorare con il suo gioco un po’ tutta l’Italia e anche un bel pezzo d’Europa.

Perotti può essere oggi quello che è stato Totti ieri? Probabilmente no, e forse non sarebbe neanche giusto chiedergli di fare quello che faceva il capitano giallorosso all’epoca. Spalletti sta plasmando alcune idee che erano anche di allora, come ad esempio quello di giocare con il centravanti mobile, capace all’occorrenza anche di fare da regista aggiunto. Perotti, rispetto a quel Totti lì, è però molto meno incisivo sotto porta e molto più propenso a venire a giocare basso, il che favorisce o gli inserimenti dei centrocampisti (Nainggolan o Pjanic) o i tagli verso il centro degli esterni d’attacco (El Shaarawy e Salah).

Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", il primo Totti spallettiano,  quello che nel 2006-07 centrò addirittura la Scarpa d’oro con 26 gol. Basterebbe questo per far capire la differenza di fondo tra i due in termini realizzativi, tanto è vero che l’argentino tira in porta in media 1,33 volte a partita (di cui solo lo 0,50 nello specchio della porta), mentre il capitano della Roma andava al tiro più del triplo delle volte: 4,20, di cui 2,11 centrando i pali (anche se poi la percentuale realizzativa è esattamente la stessa, 18%).

(A. Pugliese)