Nel segno di Zorro e della rabbia per quello che poteva essere. Nel segno di uno straordinario Zaniolo per il quale non ci sono più aggettivi ma soltanto stupore, ammirazione, incredulità. Questo ragazzo è un fenomeno anche al cospetto dell’Europa. Non si segnano per caso due gol così, negli ottavi di Champions, se non sei un predestinato, se non hai qualcosa di speciale dentro. Ma proprio mentre uno stadio adorante sente di veder nascere una stella, ecco che la terribile sensazione di aver sprecato questo dono del cielo si abbatte sulla Roma: un fuorigioco venuto male, una svirgolata che si trasforma in assist, e al primo vero tiro il Porto fa gol con Adrian Lopez, entrato da una decina di minuti. La Roma meritava di chiudere qui il conto. E può andare a conquistarsi i quarti al Dragao.
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È la Roma di Zaniolo
Due gol del baby campione infiammano l’Olimpico. Lopez lo gela: il Porto è vivo
Ma non c’è soltanto Zaniolo. Poteva esserci qualche perplessità sul suo ritorno in attacco, dopo averlo ammirato da mezzala, forse il suo ruolo, ma l’intesa con Dzeko è stata eccellente. Sia l’1-0 sia il 2-0 sono in comproprietà. Il primo con un pallone protetto e poi allargato al baby che, di destro, infila l’angolo preciso tra difensore e portiere. Il secondo, dopo che il suo tiro da lontano s’è stampato sul palo: qui, per non farsi mancare niente, il centro di Zaniolo è di sinistro.
Però la Roma dovrà cercare di capire meglio il Porto, che obbliga la Roma ad adattarsi. Il movimento dei portoghesi costringe a inseguire avversari senza ruolo che si scambiano a rotazione posizione e marcatura. Per fortuna della Roma, però, il vecchio vizietto portoghese, soprattutto se non hai CR7, riaffiora tutto. Possesso, palleggio, triangoli, voglia di arrivare sempre palla al piede. Pretesa eccessiva per una squadra fin qui discreta. A Oporto è prevedibile che la Roma sia un po’ più bassa, ma ieri andata meglio, gol compresi, quando il palleggio è stato preferito ai filtranti lunghi sui quali il Porto era spesso in anticipo. I portoghesi soffrono le ripartenze veloci. E probabilmente si staranno chiedendo chi è questo Zaniolo che per poco non li ha messi in croce e gli ha inflitto la prima sconfitta. Anche loro dovranno studiare. Ma sono inferiori. Non sarebbe bello, per la Roma, ricordare che è nata una stella in una nottataccia.
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