rassegna stampa

E Di Francesco cala il suo jolly. Ma i big a Roma sono al capolinea

Nel post Fiorentina riferimenti precisi a società e calciatori: anche per questo in estate si proveranno a smontare le sovrastrutture mentali negative con le cessioni

Redazione

Eusebio s’è giocato il jolly, perché sente di avere il vento in poppa. Perché sa che la fiducia della società non è a termine, non c’è una data di scadenza intorno al suo nome. Occhio, però. Perché nel calcio i riferimenti temporali si ampliano, le settimane valgono mesi e un risultato ha il peso di una chiusura di bilancio. Di Francesco e il giochino dei rilancio è tutto in quei due discorsi semplici. Uno rivolto alla società: "Ci manca qualcosa a livello di uomini e di qualità per competere al vertice". E l’altro in direzione squadra: "Si vince lavorando in maniera costante e non alternata, ne ho parlato coi ragazzi, in allenamento mi ero arrabbiato". Il riferimento è alla seduta di venerdì, a un grado di concentrazione non massimale riscontrato in qualche giocatore, soprattutto nella parte tattica.

Non è la prima volta che accade, però. Già in passato Di Francesco ha fatto riferimenti precisi al comportamento dei giocatori. E a gennaio difese il proprio lavoro snocciolando una serie di dati sui tiri in porta che sembrano tremendamente attuali a rileggerli oggi. Ergo: la Roma ricade sempre sugli stessi errori. E questo sta facendo riflettere anche la società, ormai convinta che occorra mettere profondamente mano all’organico per provare a smontare le sovrastrutture mentali negative. La Roma si avvia verso l’ennesima rivoluzione, ma stavolta in misura percentuale sarà dettata più da ragionamenti tecnici che economici. A rischio ci sono alcune colonne portanti del gruppo: dai discorsi di mercato non saranno esenti Strootman, Nainggolan, Florenzi, El Shaarawy. Non è troppo presto per immaginare alcuni scenari. Prestissimo, invece, per mettere in discussione Di Francesco. Il tecnico in bacheca può esporre il trofeo di un quarto di finale di Champions League . Ma il quinto posto sarebbe una sciagura tale da rimettere in moto il frullatore: difficile immaginare di escludere qualche ingrediente.

(D. Stoppini)