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La Gazzetta dello Sport

Dzeko scopre già l’Inter: che feeling con Inzaghi per il dopo Lukaku

Dzeko scopre già l’Inter: che feeling con Inzaghi per il dopo Lukaku

Il bosniaco, dopo le visite mediche, si è diretto ad Appiano Gentile per un colloquio con Marotta e Inzaghi. La sera ha partecipato a una cena di squadra con i nuovi compagni

Redazione

Visto che si era avvicinato a quel cancello così tante volte, girando i tacchi sempre un attimo prima, qualche scettico temeva l’ennesima beffa. E invece ieri intorno alle 15.30 Edin Dzeko ha effettivamente superato il cancello di Appiano, le colonne d’Ercole della sua nuova vita nerazzurra. È stata la fine di uno dei più lunghi corteggiamenti della storia recente del mercato: il bosniaco era stato desiderato per primo da Luciano Spalletti, bramato da Antonio Conte in ogni sessione di mercato e adesso sarà Simone Inzaghi a goderselo. Proprio l’ex tecnico della Lazio, nemico di tanti derby. Eppure il nuovo allenatore interista ha identificato in Dzeko il centravanti adatto per la sua transizione oltre il contismo. E, soprattutto, per gestire un’eredità che farebbe tremare i polsi a tutti: Edin ha l’esperienza e la classe per rendere meno ignoto il dopo Lukaku, per combattere la nostalgia nei cuori di quasi tutti i tifosi nerazzurri. Di certo sarà un centravanti differente da Romelu: non più un centroboa, ma un regista avanzato. Non un distruttore, ma un ricamatore. E che l’ufficialità sia slittata da ieri sera a oggi è solo colpa degli ultimi dettagli amministrativi: Edin ha messo la sua firma e ora ne manca solo un’altra da Roma. Intanto, nello stesso pomeriggio, Lukaku ha potuto lasciare la Costa Azzurra per abbracciare il Chelsea.

 

Nuova era. È stato lo stesso Dzeko a forzare la mano negli ultimi giorni, a spingere per il trasferimento a Milano nel più breve tempo possibile: i giallorossi, Mourinho in primis, lo hanno accontentato, a prescindere dalla risoluzione dell’affare Abraham, per cui il d.s. Tiago Pinto è volato a Londra in missione diplomatica. Anzi, proprio questo viaggio del dirigente giallorosso ha allungato i tempi per l’ufficializzazione di Dzeko. Ieri alla 10.30, accompagnato dalla moglie Amra e dal suo agente Alessandro Lucci, Edin è comunque volato da Ciampino e dopo un’oretta era agli arrivi del terminal voli privati di Linate. Alle 11.40 è così iniziata la sua vita milanese, tra i primi flash e le bocche cucite prima di infilarsi nell’auto con i vetri oscurati del club. Come da liturgia in questi casi, il passaggio successivo è stato all’Humanitas di Rozzano per le visite mediche alla presenza del capo dello staff medico nerazzurro, Piero Volpi. Poi da lì il passaggio nella sede milanese del Coni per ottenere l’idoneità sportiva. Lì c’è pure stato un piccolo fuoriprogramma: a tre ultrà della Curva Nord è stata concessa la possibilità di entrare nell’edificio per fare una foto e donare una sciarpa. Dzeko l’ha poi impugnata felicemente mentre si dirigeva ad Appiano.

 

La visita. Il bosniaco è arrivato alla Pinetina a stomaco vuoto, a pomeriggio inoltrato, eppure si è seduto a tavola con lo stato maggiore del club: un insolito pranzo alle 15.30 assieme all’a.d. Beppe Marotta e al d.s. Piero Ausilio, la coppia che da anni lo corteggia. Con Simone Inzaghi, invece, c’è stata una lunga conversazione, tra privato e tattica: inizia una era nuova era in cui proprio Dzekoè la chiave di accensione. Tutto il gioco è destinato a sgorgare in maniera differente anche grazie al bosniaco. Il nuovo 9 sfrutterà le caratteristiche che lo avvicinano a Romelu (stazza per giocare spalle alla porta, centimetri per il gioco aereo) e aggiungerà il senso del gioco che possiede in dosi maggiori rispetto al suo predecessore. Insomma, Edin sa aggredire la porta con la stessa facilità con cui regala cioccolatini ai compagni. Se Lukaku spesso finiva per allargare la posizione di partenza - preferibilmente sulla destra, per accentrarsi e concludere -, diversa sarà la posizione di partenza del bosniaco, che ama piantare le tende al centro del campo e da lì smistare sulle fasce.

 

Che cena. Ad Appiano Dzeko non ha incontrato la gran parte dei futuri compagni: dopo la seduta mattutina avevano lasciato il centro. Nel pomeriggio ha conosciuto solo Hakan Calhanoglu, che s’allenava a parte, e poi ci ha pensato Aleksandar Kolarov, fratello più che amico, a far da Cicerone a lui e alla moglie: il difensore serbo ritrova l’attaccante bosniaco dopo gli anni al City e quelli in giallorosso e la sua presenza ha pesato nella decisione di venire a Milano. Alla fine Dzeko non ha potuto allenarsi proprio per gli ultimi intoppi sull’asse Milano-Roma, ma il suo contratto da sei netti più bonus per le prossime due stagioni è in cassaforte. Ai giallorossi arriverà pure un bonus da 1,8-2 milioni in caso di qualificazione Champions e oggi, con l’ufficialità, arriveranno pure le prime parole nerazzurre. La sera, prima di dormire in albergo, Edin ha pure partecipato a una cena di squadra in un ristorante del centro: pare si siano divertiti tra canti e balli. Dzeko ha apprezzato il clima di vera fratellanza: ci ha messo qualche anno per arrivare, ma sembra essersi subito ambientato.

Filippo Conticello