L’amore è Dzeko. I tifosi, nei confronti del bosniaco quando era in seria difficoltà, ci giocavano con l’assonanza del detto «l’amore è cieco». Altri tempi, scrive Fabio Bianchi su La Gazzetta dello Sport. Ora l’amore è proprio Dzeko.
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Dzeko ribalta il Sassuolo. Roma seconda in solitaria
Cannavaro lancia gli emiliani, nel secondo tempo si scatena il bosniaco (ora a 10 gol), chiude Nainggolan. Florenzi crac, in lacrime
Dieci reti in 10 partite, roba da Batistuta. Ha iniziato l’one man show con una semi rovesciata da terra finita sulla traversa. Ha sferrato una coltellata di sinistro per pareggiare i conti col Sassuolo, poi si è procurato il rigore ai danni dell’ingenuissimo Lirola. E l’ha trasformato. Infine, ha lanciato l’azione per il definitivo 3-1 firmato da Nainggolan. Come contorno, un sacco di sponde e iniziative.
Di Francesco ha accarezzato l’illusione di poter battere per la prima volta la «sua» Roma. Nel primo round lo meritava mentre la Roma ha subito di più. Nel secondo round la musica è cambiata: il rock l’ha suonato la Roma. Grazie anche a un accorgimento tattico di Spalletti che ha arretrato Nainggolan a centrocampo per un 4-3-3 più solido. Poi è salito in cattedra Dzeko. Salah l’ha mandato in gol e poi ha fallito la più facile delle occasioni solo davanti a Consigli. A quel punto anche Di Francesco si è cautelato: dentro un centrocampista, Biondini, e fuori l’inconsistente Matri. Ma il 4-3-3 non ha avuto lo stesso effetto. Ormai il Sassuolo aveva perso energie. La frittata l’ha fatta Lirola, entrato per dare più spinta di Gazzola, quando in possesso di palla in area, si è fatto fregare da Dzeko, che è tutto meno che rapido, e lo ha atterrato. Il 3° gol di Nainggolan subito dopo è stata la sentenza. Peccato solo per il grave infortunio a Florenzi, uscito in lacrime per il crac ginocchio sinistro.
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