Nella Roma statunitense, il sogno e la delusione maggiori hanno avuto la stessa faccia, quella di Edin Dzeko. Al netto delle polemiche che una sua eventuale cessione al Chelsea avrebbe scatenato nei confronti della proprietà, il centravanti bosniaco finora ha ricevuto a Roma più stima che passione. La prima meritatissima, visto che è stato il capocannoniere dello scorso campionato con 29 gol (39 complessivi), la seconda invece più appannata, perché l’attaccante riempie l’occhio più del cuore, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport".
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Dzeko parte II. Ora nella testa c’è solo la Roma
A Verona il primo match dopo avere sfiorato il Chelsea. Di Francesco lo spinge: "È più sereno"
Alla vigilia del match col Verona, Eusebio Di Francesco non nasconde di tirare un sospiro di sollievo per la fine delle trattative. "Edin era disponibile prima ed è molto più sereno e convinto adesso – spiega –. Perciò sono contento che sia finito il mercato". Oggi l’allenatore proverà a far sì che Nainggolan, partendo da sinistra, finisca come sempre per galleggiare alle sue spalle per stargli più vicino, così come vorrebbe che El Shaarawy spesso sia più stretto per riempire meglio l’area e togliere avversari al bosniaco, rasserenato dalla permanenza in giallorosso. "Credo che i calciatori debbano pensare solo a fare i calciatori, non ad altre vicende o al mercato o a quello che fa la società – aggiunge il tecnico –. Fortunatamente la dirigenza ha deciso di tenerlo, credo sia una vicenda chiusa. Lui, nonostante le voci, ha sempre avuto ottimi atteggiamenti nei confronti di gruppo e squadra, ed è davvero ben voluto. Non ci sono spaccature all’interno della squadra o con lo staff e la società. C’è solo il desiderio e la voglia di riscattarsi. Di chiacchiere se ne fanno tante, ora servono i fatti e si deve vincere". Oggi c’è bisogno del vero Dzeko per non materializzare una nuova "fatal Verona" in chiave Champions.
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