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La Gazzetta dello Sport

Dzeko: “Alla Roma volevo vincere, ma ogni anno vendevano i giocatori più importanti…”

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L'ex attaccante giallorosso: "Tante cose non mi sono piaciute, tante persone mi hanno deluso. Preferisco pensare ai sei bellissimi anni trascorsi lì"

Redazione

In un'intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, Edin Dzeko ha parlato anche della Roma, di alcuni retroscena di mercato e di José Mourinho.

Domenica c’è la Juventus. Questa partita poteva viverla in maglia bianconera… Perché saltò l’affare? Fu la Roma a parlare per prima e a mettersi d’accordo con la Juve, io neanche sapevo della trattativa, entrai in scena solo successivamente. Saltò tutto poi perché la Roma non trovò il mio sostituto.

Che cosa le è rimasto dentro, del caso di fascia di capitano alla Roma? Tante cose non mi sono piaciute, tante persone mi hanno deluso. Preferisco pensare ai sei bellissimi anni trascorsi lì.

Senza un trofeo, però. Avrei voluto vincere qualcosa, soprattutto il secondo anno avevamo una squadra molto forte, ma poi è difficile riuscirci se ogni volta vendi i giocatori più importanti… Ora sono venuto all’Inter proprio per colmare questa lacuna, voglio dare il mio contributo per vincere. Farlo, però, non è mai facile: se l’Inter avesse mantenuto Conte, Lukaku e gli stessi dell’anno scorso, non sarebbe stata comunque scontata una nuova vittoria dello scudetto.

Le sarebbe piaciuto un po’ essere allenato da Mourinho? Veramente mi ha allenato, per un mese. Dico la verità: mi sono divertito. Mourinho è Mourinho, sempre. E’ in privato proprio come è in pubblico. Con lui c’è tutto: sa scherzare e arrabbiarsi. Sono stati allenamenti molto belli e la squadra si divertiva.

Racconti, invece, la chiamata dell’Inter. Sapete chi è stato a telefonarmi? Kolarov. E’ stato lui a dirmi che l’Inter era interessata, che c’era la possibilità di un trasferimento. “Qui ti vogliono, vieni”. Ed eccomi qua.

Inzaghi ha qualcosa di Mou? Mou parte dalla solidità e poi sviluppa il suo gioco, Inzaghi ama di più il gioco offensivo.

Inzaghi lo aveva vissuto da avversario al derby: lo ha trovato come se lo aspettava? Me lo aspettavo esattamente così. Anche nel modo di giocare perché mi aveva colpito la qualità della Lazio. Ho pensato subito: “Se qui giochiamo alla stessa maniera mi diverto parecchio”.

E’ già a 6 gol in campionato, l’anno scorso alla fine arrivò a 7: che cosa è cambiato? Non ho dato la migliore versione di me stesso. Ma ci sono stati anche tanti fattori esterni che hanno influito.