Con i colori giallorossi ci sono riusciti solo in quattro. E l’ultimo è stato proprio lui, nell’Europa League del 2016/17, quando divenne capocannoniere della competizione con otto reti (insieme al brasiliano Giuliano, all’epoca in forza allo Zenit San Pietroburgo). Edin Dzeko quella coppa voleva però vincerla, poi la Roma di Luciano Spalletti si fermò agli ottavi di finale, eliminata dai francesi del Lione, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.
rassegna stampa
Dzeko: “Abituato alle pressioni. Roma, nessuna paura”
Edin parla di sé e della Bosnia. Ma prende per mano anche i giallorossi, lui che è stato re del gol in Europa
In quattro, dunque. Sono i capocannonieri europei della Roma, i re dei bomber giallorossi. Il primo fu Pedro Manfredini nella Coppa delle Fiere del 1960/61 con 12 gol, con "Piedone" che si confermò poi anche due stagioni dopo con 6 sigilli personali, al fianco dell’altro giallorosso Roman Lojacono. Poi, appunto, Dzeko. Ma prima di lui un’altra leggenda come Rudi Voeller, che con dieci reti nel 1990/91 trascinò la Roma fino alla finale di Coppa Uefa, poi persa contro l’Inter.
Dzeko finora di gol europei con la Roma ne ha segnati 23 (11 in Europa League e 12 in Champions). Arrivare fino ai 38 di Totti sarà dura, ma intanto con un altro gol raggiungerà quota 102 in assoluto, diventando (al pari di Montella) il 6° marcatore di sempre nella storia romanista.
E per rialzarsi la Roma domani si affiderà soprattutto a lui. "Non esistono gare facili, tutti si aspettano che gli attaccanti risolvano le partite. Ci sono abituato a questa pressione", ha detto ieri Edin al sito dell’Uefa.
Parlando della sua nazionale ("Dopo il Mondiale brasiliano, arrivare all’Europeo sarebbe la ciliegina sulla torta nella mia carriera", ha detto ancora), ma spendendo parole che possono valere oro anche per il club.
© RIPRODUZIONE RISERVATA