Una giornata lunghissima, anche quella di ieri. Sempre lì, in attesa, pronti a vederlo finalmente con la maglia della Roma in maniera ufficiale. Un’attesa quasi spasmodica, che si è concretizzata poco dopo le 22, quando Dybala è finalmente spuntato sulle tribune dell’Estadio Algarve di Faro, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.
La Gazzetta dello Sport
Dybala, il primo abbraccio
Rigorosamente con la maglia giallorossa, quasi a voler anticipare quell’ufficialità che invece arriverà solo oggi. Dybala ha visto dal vivo il secondo tempo della partita con lo Sporting, vicino a Tiago Pinto e con i due Friedkin (Dan e Ryan), che erano arrivati allo stadio un’ora prima della partita, seduti poco più su: quasi a vegliarlo come angeli custodi. L’ufficialità di Dybala non è arrivata. Era prevista per metà pomeriggio di ieri, arriverà oggi a metà mattinata, seguita subito dopo pranzo dalle sue prime parole in giallorosso. Quelle che Paulo rilascerà ai canali ufficiali del club.
Paulo ieri ha iniziato la sua giornata con un allenamento individuale all’Estadio Municipal di Albufeira. Lì si è allenato da solo, sotto lo sguardo attento di José Mourinho e dello staff tecnico. Circa un’ora e mezza di lavoro, sotto il sole cocente dell’Algarve, mentre il resto della squadra svolgeva risveglio muscolare all’interno del lussuoso resort che si affaccia sulla Praia de So Rafael, alle porte di Albufeira. Un allenamento personalizzato, in base alla tabella fornitagli dai preparatori atletici della Roma e volta a perdere in tempi rapidi quel paio di chili in più con cui Dybala si è presentato nel ritiro portoghese. Roba di poco conto, conseguenza del momento di inattività a cui è stato costretto negli ultimi quindici giorni. Poi via, direttamente, in albergo, in attesa proprio della firma del contratto e dell’ufficializzazione che invece non è arrivata.
Dybala ha ricevuto un’accoglienza stellare all’interno del ritiro giallorosso. Baci e abbracci da parte di tutti, un clima confidenziale per farlo sentire subito a casa e quel feeling immediato con Mourinho ed Abraham. Il primo (che lo chiama affettuosamente Paulino) gli ha fatto i complimenti per la scelta della maglia numero 21: "Bravo, è stata una scelta intelligente", le parole dell’allenatore portoghese. Per sottolineare che era stata una buona decisione il non aver preso una casacca con un’eredità pesante come la 10 di Francesco Totti. Questione di opportunità, ma anche di lungimiranza. Con Abraham, invece, è nata subito un’intesa naturale, quasi speciale. Quelle cose che avvengono quando due si capiscono al volo senza neanche conoscersi.
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