L’ ultima partita da titolare Paulo Dybala l’ha giocata il 13 aprile scorso, a Rotterdam, nel catino infuocato del De Kuip, dove la Roma si giocava l’andata dei quarti di Europa League, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Poi un problema muscolare lo ha messo fuori causa dopo appena 26 minuti, ma da quella partita lì ad oggi sono già passati ben 47 giorni. E già questo basterebbe per capire quanto sia complicato rivederlo dal via anche domani sera a Budapest, nella finale di Europa League che la Roma giocherà contro gli spagnoli del Siviglia. Paulo Dybala, però, vuole provarci davvero, a tutti i costi, anche rischiando qualcosa più del dovuto se necessario. Del resto, una finale europea val bene anche qualche rischio e qualche ansia in più. Toccherà a Mourinho decidere come e quando impiegarlo nella partita della Puskas Arena. Ieri la Joya si è allenato con il gruppo e questa mattina dovrebbe fare esattamente lo stesso, prima di partire poi nel pomeriggio con la squadra da Fiumicino (ore 15) alla volta dell’Ungheria. Il problema del dolore, ovviamente, è superabile, sostanzialmente per due motivi. Il primo perché le dolenzie per l’argentino sono minori rispetto ai giorni precedenti e il secondo perché in caso di necessità ci sono sempre gli antidolorifici. Il vero problema, invece, è la sua condizione atletica, lo stato di forma, la brillantezza con cui Dybala arriva (o no) a questa sfida. E da questo punto di vista, ovviamente, i segnali non possono essere certo incoraggianti, proprio perché il fantasista argentino non gioca una partita vera (e intera o giù di lì) anche da qualche giorno in più rispetto a quel Feyenoord-Roma ed esattamente dalla sfida in casa del Torino, cinque giorni prima di quella di Rotterdam. Ed allora, a meno di clamorosi colpi di scena, Dybala domani dovrebbe partire dalla panchina, per poi entrare in corsa e cercare di lasciare il marchio. A modo suo, ovviamente. Una scelta legata anche al fatto che a Budapest c’è il rischio di poter andare ai tempi supplementari o anche ai calci di rigore. E in caso di extratime o di lotteria finale dagli undici metri Mourinho vuole poter contare sul suo gioiellino, che dal dischetto - ad esempio - ha segnato uno dei gol che ha dato il titolo mondiale all’Argentina in Qatar, lo scorso mese di dicembre. Di certo Dybala a Budapest ci sarà, da capire solo come e per quanto. Ma comunque vada, sarà una presenza importante.
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