(Gazzetta dello Sport - L.Bianchin/L.Garlando)E alla settima giornata il campionato inventò Inter-Roma.Un partitone. Pallotta osserverà dagli Usa, Thohir dall’Indonesia, San Siro in mezzo: una sfida grande come il mappamondo, di vecchia tradizione e nuovi soldi.
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Duello all’ultima ripartenza
(Gazzetta dello Sport – L.Bianchin/L.Garlando) E alla settima giornata il campionato inventò Inter-Roma.
Inter e Roma si assomigliano in questo e in tante altre cose. Sono due reduci dall’inferno (33 punti dalla vetta i nerazzurri la stagione scorsa, 25 i giallorossi), risorti in un’estate con insospettabile velocità. Due squadre marchiate a fuoco dai nuovi allenatori, Walter Mazzarri e Rudi Garcia, che le hanno ricostruite dalle fondamenta, con una anima nuova. Difensiva, prima di tutto.
DUE BUNKER I reparti più perforati del campionato scorso (57 e 56 gol subiti), tolto il Pescara, ora sono i migliori: 1 gol preso la Roma, 3 l’Inter in 6 giornate. C’erano una volta la Pazza Inter e la banda Zeman: un open day a tutto gol. Stanotte si incrociano due squadre razionali, disciplinate, rigorose. Una disputa tra teologi di Tubinga. Ma vediamo più da vicino le analogie tattiche tra Inter e Roma, per poi coglierne le differenze che detteranno la storia del match.
SPAZIO E TEMPO Garcia e Mazzarri hanno educato felicemente l’attesa nello spazio e nel tempo. Nello spazio: né Inter, né Roma vanno a cacciare la palla lontano da casa, come invece fanno Juve e Fiorentina. Tengono la linea di recupero molto bassa: 38,1 metri l’Inter, 37,2 la Roma. Si compattano dietro e fanno densità con l’aiuto degli altri reparti.
L’Inter, soprattutto, 3 metri più corta della Roma (38,5-41,8 metri), riesce a trasformarsi in un fitto strato di linee difficilmente penetrabile. Infatti l’Inter recupera più palle (51-44) e vince più contrasti (36,6-27,83) della Roma che però - attenzione - ha concesso meno occasioni: 39 a 49. Sembra un paradosso, ma non lo è.
L’Inter è più addestrata al corpo a corpo, la Roma si difende meglio tatticamente. Solo la Juve (30), che nonostante tutto ha conservato impermeabilità, ha concesso meno occasioni di Inter e Roma.
CAMPAGNARO PESA La Roma non può sfoggiare l’ex Maicon, ma è molto più preoccupante la falla di Mazzarri: Campagnaro. L’argentino non è solo un pirata di sicuro affidamento, specie nelle battaglie più calde, il miglior difensore nerazzurro della stagione, è soprattutto un salvavita tattico: quello che intuisce il pericolo un attimo prima degli altri e ci mette una pezza con un recupero provvidenziale. Lo ha già fatto più volte. E’ una scossa elettrica continua che tiene sveglio il reparto. Ciò che mancava un anno fa. Non averlo stasera per intercettare i Florenzi e Gervinho, che potrebbero sbucare in area da un momento all’altro, è danno non da poco. Anche per questo Taider, più protettivo, lascia seduto Kovacic.
Attesa nel tempo: Inter e Roma seminano nei primi tempi (4 e 3 gol), per mietere nei secondi: 14 gol la Roma, 12 l’Inter. Prodigioso il tè dell’intervallo? No, salute atletica invidiabile. Allenarsi invece di viaggiare in coppa aiuta. Curiosa l’attesa di Mazzarri alla vigilia: piazza la conferenza alla sera, dopo i colleghi, per quel vezzo adolescenziale di avere sempre l’ultima parola.
PLAY E FASCE Si assomigliano quando tirano la corda dell’arco, divergono quando scoccano freccia. A cominciare dal play basso che fa sgorgare l’azione: ce l’ha solo Garcia. Guardate nel campetto qui sotto dei flussi di gioco come tutto passi da De Rossi: un obelisco al centro di Roma. Cambiasso, anche se parla e si sbraccia in mezzo al traffico, è un’altra cosa. Prezioso per gli equilibri tattici, ma è il secondo della A per numero di passaggi sbagliati dietro al solo Cassano, che forza molto di più la giocata. L’azione dell’Inter infatti parte già sulla fascia, soprattutto a destra: ecco perché anche l’assenza di Jonathan pesa tanto. La contabilità dei cross spiega bene il diverso utilizzo delle bande laterali: Inter 122, Roma 72. Ovvio: Totti svuota l’area, inutile catapultare palloni dentro; gli esterni stringono, tagliano e si imbucano sulle idee del capitano. Garcia dovrà tappare le fasce. Mazzarri dovrà spezzare le imbucate di Florenzi e Gervinho.
Passaggi e lanci È diverso anche il modo di portare avanti la palla. L’Inter lancia, la Roma passa. Lanci lunghi: Inter 47,33, Roma 35,50. Passaggi: Roma 497,17, Inter 398,50. Ballano un centinaio di tocchi, mica poco. Mazzarri ricorre spesso alla catapulta per consentire a Palacio di scatenarsi negli spazi. Garcia ha addestrato una manovra più organica. Significativo il dato delle sponde, cioè i passaggi restituiti di prima a un compagno. La Roma ne mostra il doppio dell’Inter (22,17-11,67). Per giocare di sponda devi aver più uomini accanto al pallone. Significativo anche il confronto tra i due ideologi: Alvarez è il primo in serie A per dribbling riusciti (31), Totti per assist (6). Il primo crea superiorità saltando l’uomo, il secondo facendo correre la palla. Riassumendo: l’Inter lancia o spinge il pallone di corsa (con gli esterni, Guarin, Alvarez), la Roma lo sposta palleggiando e verticalizzando di più. Ma se scoccano la freccia in modo diverso, lo fanno nello stesso istante: quando l’avversario è sbilanciato e scoperto. L’Inter è la squadra che fatto più tiri in contropiede (9), la Roma quella che ha messo in rete più ripartenze: 4 (3 Gervinho) .
Duello La partitona di San Siro sarà un duello di sguardi tra Mazzarri e Garcia: costringere l’altro a estrarre la pistola per primo per poi impallinarlo in contropiede. Sì, però non aspettate troppo... Giocatevela! E’ un derby tra imbattute. Chi vince vola, chi perde coverà i primi dubbi, ma senza drammi: alla settima è capitato ad altri di fermarsi un po’.
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