rassegna stampa

Doni: “Roma, punta su Fuzato. Farà grandi cose”

L’ex portiere: "Esploso in giallorosso, ho vinto anche col Brasile. Zaniolo è forte e scoprirete presto anche Ibañez"

Redazione

Alexander Marangon - per tutti Doni, oggi 40enne - è stato il portiere della Roma per sei anni, 200 presenze dal 2005 al 2011. "Momenti unici, indimenticabili". Oggi vive a Orlando negli Stati Uniti dove dirige una sua società di costruzioni.

"Sono riconoscente alla Roma. - ha detto il brasiliano intervistato da Francesco Pietrella su La Gazzetta dello Sport - In giallorosso ho vinto tre trofei, ho conquistato la Coppa America da titolare e ho giocato con grandi compagni. Ricordo ancora il primo giorno che ho visto il Colosseo: un’emozione. Come l’inno di Venditti, sentito ogni volta che la squadra entrava in campo a riscaldarsi".

Chi la convince di più nella Roma di oggi?

"Zaniolo, un vero talento. Poi apprezzo anche Fonseca, è un bravo allenatore. Riguardo ai brasiliani, invece, di Ibañez si dice un gran bene, Juan Jesus è bravo. Infine sono sicuro che Fuzato farà grandi cose con la maglia della Roma. È un ottimo portiere".

Il segreto di quella Roma in cui giocò?

"Eravamo amici e c’erano tanti brasiliani. Io, Taddei, Mancini, Juan, Cicinho. Ci divertivamo molto, avevamo una grande squadra. Ricordo Lione-Roma in Champions League nel 2007: 0-2 secco per noi. Se potessi tornare indietro rigiocherei quella gara perfetta. Si sentiva il peso di una piazza importante come quella romana, molto esigente, ma nessuno di noi aveva paura. Bastava seguire Francesco e Daniele...".

Le fa strano vedere una Roma senza di loro?

"Sì, molto. Non sembra neanche la Roma...".

Parliamo di Totti, che compagno è stato?

"Un grande. Lo considero senza dubbio uno dei più forti calciatori di sempre...".

De Rossi invece?

"Un amico, anche lui un grandissimo. Giocare con lui era fantastico, teneva il centrocampo e la difesa. Mi sentivo al sicuro".

Tra Totti e Spalletti non è finita bene, sorpreso?

"Quando c’ero io hanno sempre avuto un rapporto normale. Di quello che è accaduto dopo non posso parlare perché non lo so".

Ci racconti lo Spalletti allenatore.

"Con lui ho vinto due Coppe Italia e una Supercoppa da titolare. Ho lavorato con altri grandi allenatori, ma lui è stato il migliore mai avuto. Ti diceva sempre le cose in faccia, e poi era meglio non farlo arrabbiare. Era capace anche di prenderti a schiaffi (ride, ndr )!".

Da portiere a portiere, come ha scoperto Alisson?

"Ho giocato un anno e mezzo ad Anfield (dal 2011 a gennaio 2013, ndr ). L’allenatore dei portieri del Liverpool, John Achterberg, è un mio amico. Prima che Alisson andasse alla Roma, un agente mi chiamò per chiedermi come fare per offrilo ai “Reds”, così lo segnalai subito a John e gli dissi di fare qualcosa, perché era troppo forte. Gli assicurai che sarebbe diventato il portiere titolare del Brasile. Alla fine è andata così. Ho avuto ragione io".