È attesa per oggi la sentenza del Tribunale di Milano sul ricorso di Sky. In ballo c’è il bando varato dall’intermediario Mediapro – e nel frattempo congelato – per la rivendita dei diritti tv della Serie A 2018-21, che il gruppo spagnolo ha acquistato dalla Lega offrendo 1050 milioni a stagione. Il giudice Claudio Marangoni potrebbe confermare la sospensiva annullando il bando o richiedendo delle modifiche a Mediapro, oppure dare il via libera ai catalani. È chiaro che la sentenza influirà sulle mosse della stessa Mediapro la quale, alla vigilia, esprime una sola certezza: non rinunceremo al business della Serie A. Sono ore di spasmodica attesa anche per i club. L’altro ieri la Lega ha deciso di concedere ulteriore tempo a Mediapro: i 15 giorni entro cui produrre le garanzie finanziarie da 1 miliardo più Iva scadranno il 22 quando l’assemblea di Lega prenderà, nel caso, gli opportuni provvedimenti. "Auspico che si arrivi a una conclusione e a una definizione di tutto in modo tale che si possa procedere velocemente per il prossimo campionato sapendo dove saranno trasmesse le partite e il resto", ha detto a margine del Premio Facchetti - Il Bello del calcio il patron del Torino Urbano Cairo, il quale nell’ultima assemblea è stato tra quelli che hanno sostenuto la necessità di tenersi stretto il contratto triennale monstre da 3150 milioni, pur mettendo alle corde Mediapro. E infatti Cairo ha aggiunto: "Se Mediapro adempie, siamo a posto. Se non ci fosse l’adempimento sarebbe un problema ma avremmo altri scenari e dovremmo guardare alle alternative. Noi abbiamo assegnato i diritti tv, c’è il tema di capire quale possa essere la fattibilità di un canale, un tema di capire se fare un terzo bando o una trattativa privata. Credo sia giusto fare degli studi di fattibilità per vedere quali siano le eventuali opportunità che ci sarebbero sul canale". Uno dei nodi, se non il nodo principale, è la pubblicità (oltre al confezionamento editoriale). Il bando spagnolo introduceva la facoltà per l’intermediario di gestire il business pubblicitario all’interno dei prodotti audiovisivi da 270 minuti (le gare con il pre e il post) che di fatto sarebbero un embrione del canale. Parliamo di un affare (tra Sky e Mediaset Premium) che si può stimare in circa 180 milioni annui e che Mediapro pretende adesso di valorizzare, nell’ottica del rientro dall’investimento. Dal canto suo Sky non vuole essere costretta a sborsare una cifra eccessiva per personalizzare il suo prodotto. Insomma, la lotta tra i due colossi è fondamentalmente una questione di soldi e di profitti. In una fase così delicata il completamento delle nomine è passato in secondo piano. Il giorno giusto dovrebbe essere il 22. Strategicamente è stata convocata per il 15 un’assemblea elettiva (che andrà deserta) in modo da abbassare il quorum al terzo tentativo della settimana successiva.
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Diritti tv, attesa oggi la sentenza sul bando
Club di A in allerta. Cairo: "Se Mediapro non adempie, giusto valutare alternative e fattibilità canale"
(M. Iaria)
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