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Dieta vegana, parla la nutrizionista: “Nessun problema per gli atleti, ma servono integratori”

LaPresse

La parola dell'esperta: "I calciatori non sono penalizzati, ma si rischia di non avere costanza nella resistenza"

Redazione

Tra la novità che Chris Smalling ha portato nel calcio italiano c'è la dieta vegana, inusuale per gli atleti del nostro campionato. La nutrizionista Aurelia Capasso ne ha parlato a La Gazzetta dello Sport:

Lei che in passato ha collaborato anche con la Lazio, pensa che un atleta ad alto livello possa essere penalizzato da un’alimentazione vegana?

No, calciatori o atleti professionisti, come nel caso di Smalling, non sono penalizzati. Devono adattarsi, ma sono seguiti da uno staff di primo ordine, e quindi possono supplire alle assenze che ci sono in una dieta vegana con degli integratori. Diverso è il discorso per chi è in età evolutiva, in quel caso non mi sentirei di escludere dei problemi.

Di che tipo?

Uno dei rischi è quello di non avere costanza nella resistenza. C’è più possibilità di farsi male, avere lesioni o contratture. Ma, ripeto, se l’atleta è seguito bene si può ovviare rendendo nel migliore dei modi sia dal punto di vista sportivo che della salute.