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rassegna stampa

Diego, guerra e pace. Prima incorona Totti poi litiga con Veron

Maradona a Francesco: «È casa tua, fai tu il capitano». Nervi tesi con l’altro argentino, gli scappa un «hijo de p...» 

Redazione

Uniti per la pace, magari papa Francesco apprezzerà questa battuta che mette insieme sacro e profano. «Eccoli vicini, la mano de Dios e... Dios»: Maradona e Totti uniti (pure) per la pelle. Diego entra e fa a Francesco: «Questa è casa tua, fai tu il capitano». E il romanista: «No no, vai tu».

Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", è la pace vera, mica la guerra dei cronisti nella pancia dello stadio quando i due, uno dietro l’altro, arrivano a un passo dagli spogliatoi con l’auto scura. Diego: «Cosa dirò a Francesco? Di continuare a giocare, lui è la bandiera della Roma!». Un minuto ed eccolo, Totti: mano nella mano con il figlio Cristian, si gira e sorride: «Diego mi consiglia di proseguire? E chi è, il presidente della Roma?». Totti fa al figlio Cristian: «Lo sai chi è lui? È il calcio». Maradona guarda Totti junior, gli passa la mano i testa e gli dà un bacio.

Ha ragione Francesco, «non esistono altri Diego». «E ora che ho giocato con lui, posso anche smettere», aggiungerà nel dopo gara, accennando pure alla sfida di sabato col Napoli: «Si capirà chi è l’anti Juve».

Il primo tempo finisce e Diego impazzisce: si attacca con Veron, gli punta il dito contro. L’ex giocatore della Lazio capisce e si allontana, Maradona invece viene portato via con la forza da Cafu mentre urla «Volevo solo parlargli». Gli scappa pure un «hijo de puta». C’è un precedente che spiega tutto: a luglio i due si erano duramente attaccati in patria a mezzo stampa - a suon di «traditore« e «non m’interessa quello che dice» - per l’incarico federale ricevuto dalla Brujita, che avrebbe escluso Diego dalla Seleccion post Martino.

Molti dei giocatori protagonisti - Maradona, Cafu, Taddei, Ronaldinho, Burdisso, Crespo, Davids, Abidal e compagnia - sono stati ricevuti nel pomeriggio dal Papa. Prima, però, a ciascun calciatore era stata consegnata una tela bianca dove esibirsi in un disegno. Equivoco: molti calciatori hanno semplicemente piazzato un autografo, questo avevano capito di dover fare. Non Maradona e Ronaldihno, però, che hanno disegnato uno schema calcistico a forma di croce, in onore del Papa.

(D. Stoppini)