«Le persone dicono che sono svogliato, che ho un brutto carattere. Ma questa è la mia faccia, il mio atteggiamento». Pochi giorni fa, anche prima della delusione azzurra, Mattia Destro replicava così alle accuse che gli piovono addosso su quel suo modo di fare poco partecipativo, su quell’atteggiamento ciondolante e sulla scarsa propensione al sacrificio. «Accuse che fanno male, a cui rispondo sul campo». E proverà a farlo anche oggi a Bergamo, quando tornerà al centro dell’attacco giallorosso (dal via) per la 6a volta in 12 gare di campionato. A conti fatti, una partita ogni due, nel rispetto della staffetta con Totti.
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Destro balla ancora tra gol e tanti dubbi «Io segno. E mi basta»
E' l’attaccante più discusso della batteria di sette a disposizione di Garcia che di fatto è anche il migliore nel rapporto gol/minuti: una rete in campionato ogni 127 minuti giocati.
IL MIGLIORE Rispondere sul campo, del resto, per Mattia Destro non vuol dire altro che fare gol. Ed il grande paradosso giallorosso, infatti, gira proprio tutto qui, con l’attaccante più discusso della batteria di sette (Borriello incluso) a disposizione di Garcia che di fatto è anche il migliore nel rapporto gol/minuti: una rete in campionato ogni 127 minuti giocati. Ljajic si ferma a 166, Iturbe più in la, a 228, poi via via Florenzi (230), Totti (284) e Gervinho (761). Tutto questo però non è ancora bastato a Destro per convincere la piazza (e Garcia) a dargli definitivamente fiducia, anche se poi il tecnico francese anche quest’anno è già uscito dalle paludi della staffetta con il capitano schierando il tridente pesante (con entrambi in campo) contro il Chievo. Una partita in cui la Roma chiuse la pratica in appena 33 minuti.
QUESTIONE DI FACCE Già, la faccia. Quella di Mattia è così, anche se a volte non piace, magari anche a qualche compagno. Soprattutto quando in campo non gli arrivano palloni come vorrebbe, si lamenta, sbuffa. «Ma le mie poi sono facce simpatiche, voglio solo fare gol, non c’è cattiveria», dice lui. Anche fuori dal campo, però, a qualcuno non vanno giù. Soprattutto quando Destro entra in corsa, come con il Torino, e non sembra proprio l’uomo più felice del mondo. Anche se poi a Garcia questo interessa poco, è più importante che oggi segni, magari mettendo in ginocchio l’Atalanta con un suo gol.
FUTURO E PONCE Di certo, però, a fine stagione si tirerà una riga. Lo ha detto lui stesso, «a giugno ognuno farà le sue conclusioni». Lui e la Roma. Mattia vuole fiducia, a Trigoria devono capire se dargliela. In caso contrario, le strade si separeranno, c’è chi dice anche prima (Arsenal?). Ed è per questo che Sabatini vuole Ezequil Ponce, il baby 17enne del Newell’s Old Boys, in Argentina visto come un nuovo Batistuta. L’agente è Sabbag, lo stesso di Lamela, e la Roma ha offerto 5 milioni per il suo 60%. C’è da superare la concorrenza dell’Atletico Madrid (che a Ponce ha offerto 400mila euro a stagione, la Roma un po’ di più) e per questo presto Guillermo Lorente, presidente del Newell’s, sarà in Europa. Nel frattempo, però, magari Destro avrà segnato ancora...
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