L' uomo che riportò la chiesa al centro del villaggio vive giorni inconsueti. Mare, famiglia e il calcio visto in tv. Incerti della vita dell’allenatore, che Rudi Garcia racconta col sorriso di chi conosce il mondo. Ma c’è il derby di Roma in arrivo e allora il passato – che lo racconta come uno mai sconfitto nella Stracittadina (3 vittorie e 2 pareggi) – torna a palpitare.
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Derby, Garcia: “Essere uno straniero aiuta a fare meglio. Trovai macerie e poi…”
L'ex tecnico della Roma: "Giocarlo subito può rivelarsi una chance per unire l’ambiente. Il futuro? Aspetto, ma a Roma tornerei"
Lei sbarcò a Roma nel 2013: cosa sapeva del derby?
"Quasi niente. Sapevo che in Italia ce n’erano tanti. È strano vedere una città divisa nel tifo, anche se a Roma i tifosi giallorossi sono la maggioranza. Poi ho capito che quel derby era più grande di ciò che immaginassi" dice Rudi Garcia intervistato da Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
Fonseca: è un vantaggio vivere il derby da straniero?
"Penso di sì. Quando sono arrivato ho capito da due romanisti come Totti e De Rossi come si vivesse. Parlando con loro si capiva come il passato fosse un peso e questo, a volte, può far perdere di lucidità. Ecco, io non avevo quella zavorra. Ma a Fonseca non servono consigli. Lo conosco, è bravo. E poi sa che un derby non si gioca, si vince".
Qual è stato il derby che ricorda di più?
"Il primo, perché ha risollevato l‘ambiente. Ma quello del 2015, finito 1-2, fu più importante".
Come partorì la frase della chiesa al centro del villaggio?
"Dopo la sconfitta nella finale di Coppa, la Roma era presa in giro e siccome tutti dicevano che eravamo superiori, ho fatto capire che la vera chiesa era la nostra".
Ora quali possono essere i giocatori decisivi?
"Non ci sono favoriti. Vedendo la partita col Genoa, ho capito che c’era bisogno di rinforzi in difesa e Smalling può essere l’acquisto giusto. Gli attacchi possono essere decisivi. Io però punto molto su Pellegrini".
Come ha vissuto da lontano l’addio di Totti e De Rossi?
"Ho sofferto davanti alla tv. Nella vita tutto finisce, ma conta anche il modo".
Lei che farà da grande?
"Ho avuto offerte da Inghilterra, Spagna e anche Italia, ma preferisco aspettare un bel progetto. Così ora mi limito a tifare. Per la Roma, naturalmente".
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