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rassegna stampa

Dentro la galassia Friedkin. La Roma rifà… l’americana

Un impero da 9 miliardi e un piano per ritornare a vincere. I gioielli resteranno, ma l’eredità lasciata da Pallotta è pesante

Redazione

Uno degli ultimi annunci del Friedkin Group, prima dell’acquisizione della Roma, era stato l’apertura del primo hotel cittadino a Austin, ricavato da un’antica dimora ristrutturata, scrive Marco Iaria su La Gazzetta dello Sport. Automobili, turismo, cinema, e adesso sport.

Dan Friedkin, 54enne texano nato in California, ha ereditato il colosso della rivendita di Toyota negli Usa avviato dal padre sul finire degli anni Sessanta e ci ha costruito attorno una galassia che spazia in più campi. La Gulf States Toyota, con oltre 150 concessionarie tra Texas, Oklahoma, Louisiana, Mississippi e Arkansas, è il motore trainante (in tutti i sensi) del gruppo: 9,2 miliardi di dollari (7,7 miliardi di euro) grazie alle vendite delle vetture giapponesi nel ricchissimo mercato statunitense. Ma l’ecosistema del businessman di stanza a Houston è molto più vasto e variegato. Sotto l’ombrello del Friedkin Group ci sono, oltre ad altre società del comparto auto (Gsfs Group, Gsm, Us AutoLogistics, Ascent Automotive Group), una catena di alberghi e resort in giro per il mondo (Auberge Resorts Collection), due campi da golf (Congaree e Diamond Creek), un safari in Tanzania (Legendary Expedition), una collezione di aerei militari, case di produzione cinematografica con tanto di nomination all’Oscar e Palma d’oro (Imperative Entertainment e 30West), la società di distribuzione del film-capolavoro Parasite (Neon), persino un’azienda specializzata nelle riprese aeree (Pursuit Aviation). In tutto 5.600 dipendenti a livello globale. Il gran capo, che riveste il doppio ruolo di presidente e amministratore delegato del gruppo, è accreditato da Forbes di un patrimonio personale di 4,1 miliardi di dollari (3,4 miliardi di euro) che lo posizionano al 590° posto nella classifica dei più ricchi al mondo.

Beninteso, quello sulla Roma trattasi di un progetto di medio-lungo periodo. Dopo aver pagato 199 milioni cash al venditore per rilevare le quote di maggioranza (compreso il finanziamento soci), Friedkin dovrà prima di tutto mettere in sicurezza i conti giallorossi completando l’aumento di capitale entro il 31 dicembre.  L’eredità lasciata da Pallotta è pesantissima, con un indebitamento di circa 300 milioni e un rapporto tra stipendi e ricavi fuori controllo (78%); a ciò si aggiungano i danni del Covid. Risanare, prima di tutto. Con un occhio ovviamente ben rivolto anche alla crescita.