Marco Delvecchio, ventidue anni fa a Roma era appena arrivato Gabriel Omar Batistuta e la società puntava chiaramente allo scudetto. Quest’anno è così? "Questo non so dirlo, perché all’epoca venivamo dallo scudetto della Lazio e c’era la voglia di rispondere subito, come dimostrarono gli acquisti di Bati, di Samuel e di Emerson. Non volevamo e non potevamo nasconderci, era una situazione diversa, anche se capisco le analogie che vengono fatte" dice Marco Delvecchio intervistato da Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.
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Delvecchio: “Quante analogie con il 2001. E c’è il clima giusto in città”
Questa Roma si nasconde secondo lei? "Non credo, penso che non parta per il titolo, ma per tornare in Champions e provare a conquistare un altro trofeo. Ma certo, se pensiamo al Milan dello scorso anno… per me, strada facendo, allo scudetto ci può pensare, non è impossibile".
Quanto sposta l’arrivo di Dybala? "La domanda è: quanto sposta vincere e avere voglia di farlo ancora? Il successo di Tirana e tutto quello che è accaduto dopo hanno aumentato la voglia di riprovarci. Mou è nato per vincere e non si accontenta dei piazzamenti, anche se tutti sappiamo quanto sarebbe importante tornare in Champions. L’arrivo di Dybala si inserisce in questo discorso".
E se arrivassero anche Wijnaldum e Belotti? "Avere giocatori forti, esperti, pronti a subentrare, che siano all’altezza dei titolari è fondamentale, specie ora con i cinque cambi. La Roma che sta nascendo è una bella squadra, interessante, e con l’entusiasmo che c’è in città ormai da mesi le premesse siano ottime. Poi sarà il campo a parlare, come sempre".
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