Difficile trovare innocenti nella figuraccia della Roma Primavera, eliminata dalla Lazio Primavera nonostante un parziale di 2-0 dopo 29’, e la grave ingenuità di Lombardi che ha regalato alla squadra di De Rossi un tempo abbondante in 11 contro 10. Una squadra schierata senza utilizzare i 4 acquisti di gennaio: nomi importanti, presi per fare la differenza, mai davvero in grado di farla. «Gli esclusi? Tutte scelte tecniche — ha chiarito il tecnico a fine gara — stavano tutti benissimo».
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Delusione Primavera. È Berisha il re del flop
Alberto De Rossi per tutto l'anno ha sottolineato le difficoltà della squadra nel mantenere alta la concentrazione per i 90’, vanificando i tanti momenti di ottimo calcio.
SENZA BOMBER Il problema numero uno della Roma Primavera era quello del centravanti, da quando ad agosto è stato liquidato, dopo un anno e mezzo sottotono, il deludente Alexis Ferrante: Trani (però in età da Allievi) e Musto non hanno convinto, a gennaio sono arrivati Vestenicky e Berisha. Nella gara decisiva il primo ha giocato 9’, l’altro è rimasto in panchina: titolare Taviani, che da agosto ad aprile ne aveva giocata solo una dall’inizio, e mercoledì, segnando pure il 2-0, è stato uno dei pochi a meritarsi la sufficienza piena, tanto che la sostituzione con Cedric ha avuto effetti deleteri. Tra i rinforzi di gennaio non ha demeritato l’ex Juve Marin (ma Sammartino è andato meglio) mentre si sono perse le tracce di Tibolla, arrivato dal Chievo nell’affare Paredes: ha fatto Europeo e Mondiale Under 17, neppure la squalifica di Pellegrini gli ha ridato una maglia. Ma in rapporto alle aspettative, la delusione più grande — con Di Mariano, arrivato la scorsa estate — resta Berisha, l’unico preso a titolo definitivo, per mezzo milione di euro. Jedvaj è costato molto di più, ed è andato in vacanza finita la serie A invece di mettersi a disposizione della Primavera.
GESTIONE PESSIMA Colpe evidenti del portiere Proietti Gaffi sul 2-2 di Minala, colpe enormi di tutti gli altri nella gestione del vantaggio. «Nella ripresa non si è proprio capito cosa volessero fare i ragazzi — ha ammesso Adr — non è per dare la colpa a loro ma avevamo preparato un’altra gara». Per tutto l’anno il tecnico ha sottolineato le difficoltà della squadra nel mantenere alta la concentrazione per i 90’, vanificando i tanti momenti di ottimo calcio: se a fine stagione non è ancora stata trovata una soluzione, forse non è solo colpa dei ragazzi.
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