Totti è entrato in una dimensione che forse neppure lui pensava di avere. Non gli è mai stata riconosciuta, per quanto poche siano state le panchine della sua carriera, una grande capacità di riuscire a incidere entrando a partita in corso. Bologna, Atalanta e Torino sono la firma a un ruolo che forse lo stesso Totti reputa, ancora oggi, stretto. E che lo stesso Spalletti non immaginava così produttivo per la causa. La risposta è sì: Totti può essere ancora un fattore nella fase calda della partita. La soluzione del caso sarebbe semplice, se non ci fossero mille implicazioni di mezzo. Un impiego part time, un Totti «alla Altafini», definizione abusata ma tremendamente appropriata, sarebbe la premessa ideale in un mondo ideale sulla strada del rinnovo. Perché in fondo la via l’ha indicata il d.s. Walter Sabatini, nel bel mezzo del pomeriggio nervoso di Bergamo: «Su Totti c’è una precisa indicazione della proprietà, ma poi io osservo il campo». Come a dire: nella vita si può anche cambiare idea.
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Decisivo quando entra in campo. Se il part time fosse la soluzione?
Quando gli avversari abbassano il ritmo e si chiudono a difesa di un risultato, è qui che Totti diventa il fattore da sfruttare a partita in corso
Quando gli avversari abbassano il ritmo e si chiudono a difesa di un risultato, è qui che Totti diventa il fattore da sfruttare a partita in corso. Anche per più di 4 minuti, perché non sempre si può chiedere in prestito un miracolo al Paradiso. Così sarà per le prossime quattro partite, presumibilmente le ultime quattro del capitano con la maglia della Roma. C’è un’ultima rincorsa, un secondo posto da inseguire. E poi sarà chissà cosa.
(D. Stoppini)
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