Anche giocando tutte e tre le partite che restano (Genoa, Chievo de Milan) De Rossi chiuderebbe a 24 presenze, una in meno del 2013-14, l’anno che ne ha collezionate di meno proprio a partire da quel 2003-04. E, cioè, da quando è diventato calcisticamente grande. Di fatto, a Danieledi queste statistiche qui interessa fino ad un certo punto. Molto più importante, invece, provare a chiudere alla grande, giocando d’autore il trittico di gare finali per togliersi qualche soddisfazione e magari convincere tutti che il viale del tramonto è ancora bello che lontano. A cominciare da Spalletti (che in quel ruolo lì gli sta preferendo Keita, che di anni ne ha anche tre in più di De Rossi) per finire con Conte. Il c.t. azzurro, infatti, sembra averlo parcheggiato ai box in vista delle convocazioni definitive per l’Europeo francese e — probabilmente — solo una finale scintillante gli potrebbe far cambiare idea.
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De Rossi sta tornando. Ma non chiamatelo più «capitan futuro»
De Rossi sembra aver deciso, ancora un anno in giallorosso e poi via. Un po’ perché gli scadrà il contratto e difficilmente la Roma avrà intenzione di allungarglielo, un po’ perché ha voglia di fare un’esperienza all’estero
Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", De Rossi sembra aver deciso, ancora un anno in giallorosso e poi via. Un po’ perché gli scadrà il contratto e difficilmente la Roma avrà intenzione di allungarglielo, un po’ perché ha voglia di fare un’esperienza all’estero, anche per motivazioni personali legate al suo passato. Gli Usa sembrano pronti per accoglierlo a braccia aperte, lui che da quelle parti ci è andato anche spesso e volentieri in vacanza. Los Angeles Galaxy e New York City sono due franchigie che gli hanno messo gli occhi addosso da tempo e di questo Daniele ha già parlato in più di un’occasione con Andrea Pirlo, negli States da circa un anno.
(A. Pugliese - C. Zucchelli)
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