rassegna stampa

De Rossi: “Ora voglio allenare”. Ma la Roma non pensa al ritorno

"Smettere è difficile. È una decisione non legata a problemi di salute o familiari. Voglio stare vicino a mia figlia Gaia"

Redazione

Dopo l'addio alla Roma, quello al calcio. De Rossi dice basta in una conferenza a Buenos Aires. Al suo fianco il presidente del Boca Juniors Jorge Ameal. "Smettere è difficile, e lo sarebbe stato anche se l’avessi fatto a 50 anni, ma ci pensavo da ottobre-novembre. È stata una decisione che non è legata a problemi di salute o familiari. Devo avvicinarmi a mia figlia (Gaia, la più grande, ndr ), solo questo, non c’è altro. Se avessi avuto 25 anni avrei deciso in modo diverso, ma così è. Nessun problema con la nuova dirigenza, ho lavorato con loro solo due giorni, hanno provato a convincermi a restare, ma la mia decisione è definitiva. Credo di essere il primo giocatore a ritirarsi dopo le visite mediche (ride, ndr ), ma mi sono allenato con i compagni e il nuovo staff, non ho avuto alcun problema" riporta Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

Adesso per De Rossi comincia il futuro. "Scoprirò come la mia vita si evolverà dopo il calcio. Vorrei fare l’allenatore, ma dovrò studiare. Non mi allontanerò molto da questo mondo. Il calcio è la mia vita". Inutile dire che gran parte del popolo giallorosso vorrebbe che Daniele tornasse a casa, cioè alla Roma, magari cominciando da una delle squadre giovanili del club. Al momento, però, non è un’ipotesi presa in considerazione, da quanto sembra neppure col prossimo cambio di proprietà che farà passare il timone in mano a Dan Friedkin. Se alcuni intermediari si sono mossi autonomamente verso referenti del magnate texano, contatti fra De Rossi e il club non ce ne sono stati. Anzi, suggeriscono a Trigoria, è possibile che Friedkin chieda "referenze" allo stesso Pallotta su De Rossi, non ricevendo grandi peana. Il presidente, infatti, si è sentito tradito (e messo in difficoltà) dall’addio di Daniele più che da quello di Totti, con cui il feeling non era mai nato. Da quello che filtra, comunque, pare che Friedkin non sia molto interessato alle bandiere in sé, bensì alla funzionalità che possono o meno avere all’interno della nuova struttura. Chi invece sarebbe pronto ad accogliere a braccia aperte De Rossi sarebbe la Nazionale di Mancini, con la benedizione federale.