Forse era scritto nel cielo perché proprio lì, nel cielo, è volato via anche un pezzo del suo cuore. Di certo non è casuale che il suo primo gol stagionale sia arrivato proprio ieri, sei giorni dopo la tragedia immensa della scomparsa di Astori, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". Perché lui, Daniele De Rossi, di Davide era amico vero, profondo, sincero. Proprio come sincera e vera è stata la sua commozione anche all’inizio, guardando quelle immagini di Astori che passavano struggenti sui megaschermi dell’Olimpico. Lì il volto di De Rossi è stato solcato da qualche lacrima che affondava le radici nel cuore, perché poi contro il dolore non c’è vittoria che tenga, non c’è gol che conti e non c’è gioia che guarisca le ferite. Quel gol ieri non è stato casuale e forse anche per questo Daniele non l’ha voluto festeggiare, perché era un filo lungo e sottile con quell’anima amica volata via troppo presto.
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Daniele, la difficile notte e quel primo gol illuminato da Davide
Spiega Di Francesco: "Per l’ultimo saluto ad Astori, De Rossi si è alzato alle 6 del mattino, era stanco ma voleva giocare"
Non è stata una settimana facile per De Rossi. Troppo profondo il dolore, troppo sanguinante la ferita. Daniele, però, ha messo da parte un po’ tutto, compresa la sofferenza. E alla fine ha dato la disponibilità a Di Francesco per giocare una gara che non poteva essere normale. Ieri aveva solo voglia di giocare. Nonostante una caviglia, la sinistra, uscita malconcia da Napoli e nonostante un cartellino giallo arrivato quasi subito che lo costringerà a saltare per squalifica la trasferta di Crotone. Poi è riuscito a sciogliersi e a giocare una partita importante per gestione della palla, recuperi e coperture difensive. Fino al gol, che non ha voluto festeggiare per rispetto. Di Davide, ovviamente, l’amico al fianco del quale è voluto restare fino in fondo, quasi paralizzato mercoledì per due ore vicino al feretro. "Felice per il suo gol, Daniele se lo meritava – racconta Di Francesco –. Anche giovedì si è alzato alle sei di mattina per partecipare al funerale di Davide. Ci teneva a giocare, è la prima cosa che mi ha detto. E sono contento sia andata così".
Che poi Astori sia rimasto nel cuore un po’ di tutti i compagni avuti nella Roma lo aveva dimostrato anche Kostas Manolas, dedicandogli simbolicamente il gol in ginocchio, con le dita rivolte al cielo. "Non era facile giocare questa partita, siamo tutti molto tristi per quello che è successo – dice il difensore greco –. Ma siamo professionisti, dobbiamo andare avanti. Astori era un ragazzo splendido, sempre col sorriso sulle labbra. Ci mancherà, il gol è tutto per lui".
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