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Da Smalling a Mertens, nasce la nuova Roma. Friedkin fa sognare: “Vengo per lasciare il segno”

LaPresse

Gli obiettivi del magnate texano per una rivoluzione giallorossa

Redazione

Il ghiaccio sembra rotto e Dan Friedkin, dopo l’iniziale scetticismo, pare avere acceso la curiosità dei tifosi romanisti, bisognosi di un mercato importante e un po’ disillusi da 9 anni di gestione statunitense targata James Pallotta. Come riporta La Gazzetta dello Sport, Se Pallotta e Friedkin troveranno l’accordo definitivo – la base è di 790 milioni – arriverà da parte dell’acquirente l’offerta definitiva che porterà alla stesura dei contratti e quindi all’Opa in Borsa. Un mese di pazienza, più o meno, anche perché le società della galassia Roma da monitorare sono ben 12. In ogni caso, la Borsa crede in Friedkin, se si pensa che ieri il titolo ha guadagnato il 3,5% e nell’ultimo mese è salito di circa il 22,5%.

Con queste tempistiche, diventa complicato immaginare che Friedkin  possa da subito influenzare il mercato di gennaio, assai più probabile però che possa avere un peso importante a giugno nella sessione estiva. Tra l’altro, il nuovo proprietario – visto che sono trascorsi tre anni dal «gentleman agreement» concordato con l’Uefa – potrebbe accedere al «voluntary agreement» che consentirebbe d’investire più di quanto il fatturato potrebbe permettere al club, concordando però un piano di rientro strutturato. Il prossimo mercato potrebbe riportare alla base Politano, qualora si riuscisse a cedere Under a cifre interessanti (piace anche a Everton, Siviglia e Manchester United) e Faraoni del Verona – l’estate potrebbe mettere nel mirino altri obiettivi. Un giocatore, infatti, che Fonseca vorrebbe in  attacco – anche come vice-Dzeko – è sicuramente Dries Mertens. Nonostante i 33 anni che compirà a giugno, il belga è integro e tatticamente duttile, ma dovrebbe abbassare le sue pretese d’ingaggio, attualmente ferme sui 4 milioni a stagione per 3 anni (più bonus sparsi), senza contare che il Napoli tenterà di convincerlo a rinnovare. A giocare a favore, però, ci potrebbe essere la volontà del governo cinese di porre un «salary cap» ai club, cosa che stopperebbe la possibilità per l'ex Psv di andare a spuntare ingaggi faraonici. Detto che lo stesso handicap varrebbe anche per Pastore (ancora corteggiato in Cina), la Roma comunque adesso può guardarsi intorno anche su altri fronti. Ad esempio, sempre per l’estate, viene monitorato anche Piatek, perché l’arrivo di Ibrahimovic  rischia di oscurare definitivamente il pistolero.

Quello che alla Roma occorre di diverso rispetto al passato è il blindare i talenti che ha dimostrato di essere in grado di scovare. Insomma, se possibile, niente più casi Marquinhos, Pjanic, Salah o Alisson. Bisogna mantenere, ad esempio, il talento cristallino di Zaniolo, non cedendo alle lusinghe che in estate arriveranno dai grandi club. Con Friedkin, insomma, adesso si può. Così come prolungare il contratto a Cristante fino al 2024 o finalmente mettersi a tavolino per parlare di quello di Pellegrini, che ha quella pericolosa clausola di rescissione da 30 milioni. Infine, si alzano le possibilità di riscatto per Chris Smalling dal Manchester United. La Roma con i bonus può arrivare a 18 milioni, mentre lo United ne vuole 20. La forbice non è più gigantesca e toccherà a Friedkin colmarla.