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Da Pruzzo fino a Mertens, quando Roma-Napoli vale il cielo della Serie A

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Due capitali che hanno dominato lo Stivale finite in seconda linea, ma che adesso vogliono lievitare anche nel pallone

Redazione

A fine stagione il bilancio potrebbe salire a venti. Venti e lode per una rivalità che soprattutto il Terzo Millennio sta facendo lievitare. La storia calcistica di Roma e Napoli, d’altronde, sembra essere speculare a quella che ha raccontato quella politica, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

Due capitali che hanno dominato lo Stivale finite in seconda linea, ma che adesso vogliono lievitare anche nel pallone. Il nuovo secolo, così, si potrebbe aprire davvero nel segno di “Benvenuti al centro-Sud”, come se l’asse del calcio fosse in movimento e volesse regalare nuove avventure. Così i 18 episodi che abbiamo individuato sembrano fotogrammi di una pellicola via via sempre più nitida, che adesso pone sotto i riflettori due gruppi pronti a gettarsi nel fuoco per i loro leader in panchina, José Mourinho e Luciano Spalletti.

Non mettiamo nel conto, con un pizzico di malinconia, la stagione 1933-34, che gli azzurri chiudono al terzo posto e i giallorossi al quinto, ma a distanza siderale dal vertice. In realtà entrambe le sfide sono intriganti, perché ognuna delle rivali si toglie lo sfizio di andare a vincere in casa della rivale e col medesimo punteggio, 1-2, però bisogna aspettare alcuni decenni perché si possa parlare di sfide che facciano davvero battere il cuore. Nel 1974-75, ad esempio, entrambe le squadre potrebbero riportare lo scudetto a latitudini diverse rispetto alle consuete del settentrione. Il campionato, infatti, termina col Napoli secondo e la Roma terza dietro alla solita Juventus, col rimpianto dovuto al fatto che le due formazioni si tolgono punti a vicenda.

Eppure bisogna aspettare gli anni Ottanta per vedere la sfida lievitare. Nel 1980-81 Roma sale sul secondo gradino del podio e il Napoli subito dietro, con il doppio match che si conclude 4-0 al San Paolo e 1-1 all’Olimpico. A sorridere, manco a dirlo, ancora una volta è la Juventus, così come nella stagione successiva, dove le due rivali sono sopravanzate dalla Fiorentina, con le partite casalinghe chiusesi 1-0 a Napoli e 1-1 a Roma. Da metà del decennio scendono in campo i pesi massimi. Nel 1985-86 c’è il sinistro di Maradona nell’1-1 del San Paolo, così come la zampata di Boniek nel 2-0 dell’Olimpico.

Passano ancora tanti anni prima che la sfida torni ai vertici del calcio italiano, ma dal Duemila in poi è più agevole trovare un senso, perché spesso partite del genere valgono per piazzamenti in Champions League, con tutte le ricadute economiche è possibile immaginare. Nel 2013-14, ad esempio, la Juventus è irraggiungibile, ma il podio è per Roma e Napoli, che si dividono le vittorie interne grazie a Pjanic(2-0) e Callejon (1-0), con la postilla della doppia sfida in semifinale di Coppa Italia che premiano i partenopei per differenza reti, grazie a un 3-0 davanti agli occhi di Maradona in tribuna al San Paolo.

Dal 2015 – e per tre stagioni – giallorossi e partenopei si scambiano il secondo e terzo posto, dando vita a sfide epiche, con ben quattro vittorie esterne, una casalinga e un pareggio. Sotto i riflettori antichi beniamini come Dzeko, Salah, Nainggolan, ma anche Insigne, Mertens e Koulibaly.

Nell’ultima occasione, cioè quella del 2-4 per i giallorossi al San Paolo, il peso specifico col senno di poi non è stata banale, visto il testa a testa conclusivo dei partenopei co i bianconeri. S

Sensazioni conclusive? Dopo tanta attesa, Roma e Napoli stanno entrando stabilmente a braccetto nell’élite del calcio che conta, cercando di detronizzare le società dalle maglie a strisce. Quanto basta per credere che quello di domani all’Olimpico, per entrambe, non sarà affatto l’ultimo batticuore.