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Da Marco Aurelio a Harry Potter: il capopopolo José re delle citazioni

Da Marco Aurelio a Harry Potter: il capopopolo José re delle citazioni - immagine 1
Il portoghese resta nel cuore dei tifosi per la Conference League e la dialettica quando c’era da... difendersi e difendere la Roma
Redazione

Era iniziato tutto con la citazione di Marco Aurelio nel giorno della sua presentazione, nello splendido scenario della terrazza Caffarelli, quel "nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla" che lo aveva già intriso di romanismo nel suo primo giorno nella Capitale. È finita invece con un’altra citazione, stavolta molto più moderna, quel "qualcuno pensa che mi chiami José Harry Mourinho Potter". Se in campionato le prestazioni non sono mai state all’altezza, in Europa - sottolinea Andrea Pugliese su 'La Gazzetta dello Sport' - la Roma ha toccato praticamente il cielo con un dito. E se non ci fosse stato di mezzo Taylor e quella maledetta finale di Budapest, Mou sarebbe diventato immortale nella Città Eterna. "Avremmo vinto per due anni di seguito un coppa europea, avremmo giocato la Supercoppa e poi la Champions. In condizioni normali il 2023 sarebbe stato un anno storico, ma il dio del calcio non ha voluto". Se poi c’è un altro tratto distintivo di questa sua avventura romana, è la difficoltà contro le altre sei big, con appena 6 vittorie (e ben 18 sconfitte) in 30 partite. Anche se poi le ultime sue parole dopo uno scontro diretto sono quelle successiva all’ultimo ko nel derby: "Perdiamo per un rigore del calcio moderno". Quel derby la Roma lo giocava virtualmente fuori casa, un altro fattore negativo nel percorso di José. "Nella Roma c’è gente a cui piace il conforto di casa, che quando va fuori gli manca la mamma, il papà o il dolce della nonna". Un attacco diretto a quella che lui ha sempre chiamato famiglia.

Ma nei suoi anni romani Mourinho ha avuto da ridire spesso anche con gli arbitri. L’ultima fiammata è stata quella con Marcenaro, prima di Sassuolo-Roma:"Non ha la stabilità emotiva per questa gara", le sue parole alla vigilia che scatenarono un putiferio (insieme all’attacco a Berardi:"Lo amo e lo odio, inganna il gioco del calcio"). Prima, invece, l’attacco a Chiffi, nella scorsa stagione, dopo Monza-Roma: "Il peggior arbitro mai trovato nella mia carriera".. Parole che gli costarono due giornate di squalifica, mai come le 4 che inflisse l’Uefa per l’attacco a Taylor nella pancia dello stadio di Budapest. E poi il gesto del telefono a Pairetto. Ma quel che resterà per sempre di Mou è la sua empatia con i tifosi della Roma, un amore viscerale. "Ho allenato e vinto in tanti posti, ma l’amore che ho trovato a Roma non lo ho trovato da nessuna parte. Prima mi concentravo solo su me stesso, adesso penso a far felici i tifosi". Che lo ricorderanno sempre come qualcosa di speciale...

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