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rassegna stampa

Da Ancelotti a Scholes. Quelli che in campo hanno cambiato vita

LaPresse

Carlo al Milan, trasformato mediano, ha raccolto un periodo di successi. Così come il centrocampista dei Red Devils

Redazione

Quarant’anni fa, a causa di due terribili infortuni alle ginocchia, Carlo Ancelotti si accorse che non aveva più la leggerezza di prima e allora arretrò il suo raggio d’azione e, da trequartista che era, si trasformò in mediano: fu il periodo dei suoi successi, con la maglia del Milan addosso, scrive Andrea Chianchi su "La Gazzetta dello Sport".

Forse anche a Nicolò Zaniolo toccherà qualcosa di simile, dopo che avrà recuperato dal crac di lunedì sera: meno volate in progressione e un lavoro più da assist-man che da finalizzatore. La storia del calcio è una miniera di esempi: ragazzi che erano attaccanti e poi, per colpa di un brutto incidente, si sono reinventati mediani, qualcuno addirittura difensore. È la capacità di adattamento, unita al coraggio, a fare la differenza e a indicare la soluzione.

Prendete Ruud Gullit. Era una forza della natura quando correva con le treccine al vento e fulminava gli avversari con scatti da centometrista, poi i muscoli cominciarono a cedere e Gullit decise che doveva trovarsi un nuovo ruolo. Ricordò che da ragazzo aveva giocato da libero e così, nella difesa della Samp, si piazzò là dietro a comandare le operazioni. E lo stesso fece quando si trasferì al Chelsea. L’intelligenza e la memoria di ciò che era stato lo aiutarono a superare il momento del declino e a vivere bene l’età del tramonto.

E c’è anche chi, sfruttando l’infortunio di un compagno e l’intuizione di un allenatore, scoprì il genio che era nascosto in lui: accadde a Paul Scholes nel Manchester United. Si fece male Roy Keane e Sir Alex Ferguson ebbe la pensata di arretrare Scholes, che fino ad allora era stato prima centravanti e poi mezzapunta, e di affidare nelle sue mani le chiavi dei Red Devils. Fu un’idea vincente per i Diavoli Rossi e per Scholes che in poco tempo diventò uno dei migliori registi. Infine ci sono giocatori che, grazie alla trovata di un allenatore e non a causa di un infortunio, hanno scoperto quanto sia bello (e redditizio) cambiare ruolo e vivere una nuova esistenza: Marcello Lippi prese Gianluca Zambrotta e da esterno d’attacco lo fece diventare terzino, Serse Cosmi convinse Fabio Grosso a spostarsi da trequartista a fluidificante. E gli ultimi due, nelle nuove posizioni, diventarono campioni del mondo…