La relazione della Procura Federale è arrivata soltanto stamattina, per questo i dirigenti della Roma si prenderanno - almeno - 24 ore di tempo e poi, dopo aver sentito il presidente Pallotta (cui spetta l’ultima parola) decideranno se far ricorso o meno sulla chiusura della Curva Sud decisa dal giudice sportivo per gli striscioni contro la mamma di Ciro Esposito e i cori discriminatori contro Napoli. Oggi il direttore generale del club, Baldissoni, è a Nyon per la sfida di Youth League tra Roma e Chelsea, al suo ritorno nella capitale studierà tutte le carte e relazionerà nei dettagli Pallotta a Boston, poi verrà presa una decisione: da una parte la Roma, soprattutto dopo le parole del presidente di martedì scorso, non vorrebbe fare ricorso per ragioni etiche e di opportunità, dall’altra si vogliono tutelare i 14mila abbonati dell’intero settore, moltissimi dei quali estranei ai fatti di sabato.
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Curva Sud chiusa, ricorso Roma in sospeso: deciderà Pallotta
Il provvedimento era stato adottato dal giudice sportivo per gli striscioni contro la mamma di Ciro Esposito e i cori discriminatori contro Napoli. Il club ha tempo fino a martedì alle 12
LE IPOTESI — Non solo: la Roma è convinta di avere già abbastanza materiale a disposizione per “smontare” le decisioni di Tosel ed entro martedì alle 12 (termine ultimo per la presentazione del ricorso) pensa di poter mettere insieme altri incartamenti che possano dimostrare come la punizione del giudice sportivo sia eccessiva rispetto a quanto effettivamente accaduto all’Olimpico. In sostanza il club si chiede se sia possibile che la responsabilità oggettiva (della Roma) sia maggiore di quella diretta (cioè degli autori degli striscioni) e si chiede anche quale sia il danno di immagine più grande: avere una curva deserta contro l’Atalanta (con immagini in mondovisione) o andare allo scontro con il giudice sportivo dopo che lo stesso Pallotta, pubblicamente, ha condannato gli striscioni e i tifosi che li hanno esposti? Entro il fine settimana arriverà la risposta.
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