Walter Sabatini non è stato solo il direttore sportivo della Roma: ha fatto in alcuni momenti il presidente, il direttore generale, il capo della comunicazione, il direttore del marketing e anche il semplice dipendente. Prendendosi sulle spalle ruoli non suoi per quanto, parole dello stesso Walter, "il mio ego era molto soddisfatto da tutto questo". Ha fatto molte cose buone, scrive Chiara Zucchelli sulla Gazzetta dello Sport, altre ne ha sbagliate ma di certo non ha mai avuto due facce. Così era, così è rimasto.
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Cuore, talenti e anche qualche litigio: ecco il Sabatini che ha costruito la Roma
L’ex dirigente: "Pinto? Non è un mio collega. E la fascia non andava tolta a Dzeko"
Oggi, che con il suo Bologna sarà all’Olimpico da avversario, proverà il solito senso di nostalgia e orgoglio. Un nome, su tutti: Edin Dzeko. Ecco perché, al Tribunale delle Romane Weekend ha detto: "Non si può mai togliere la fascia a uno come lui. Non può aver fatto una cosa talmente grave da essere degradato".
Sabatini ha parlato anche di Fonseca: "Lasciatelo in pace perché non è detto che debba essere cambiato, magari vince l’Europa League. Per quello che ho visto fare a Roma lo confermerei". Con Tiago Pinto, che dirige tutta l’area sportiva? "Non lo conoscevo, non è un mio collega, prima faceva altro. Vedo il silenzio in questa Roma che non mi sembra corretto verso la città. Non li ho ancora sentiti parlare (i Friedkin, ndr). Devi confrontarti con i tifosi, dicendo chi sei". Lui non solo lo ha detto, ma lo ha mostrato anche.
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