Bene con l'Udinese, così così con l'Athletic Bilbao, male contro Venezia ed Elfsborg. Nonostante poi il campo parli di due vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, tutto sommato un bilancio non pessimo, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Ma l'impressione che gira intorno alla Roma di Ivan Juric è tutt'altra, di una squadra che si stia plan plano afflosciando su se stessa, dopo aver avuto una reazione di nervi nella prima partita che ha portato al rotondo 3-0 inflitto ai friulani. Juric, è bene chiarirlo subito, è l'unico non colpevole di questa situazione. Anzi, sta provando a metterci del suo, a dare un'impronta diversa alla Roma in base anche al suo credo calcistico. Ma la crisi giallorossa nasce altrove e affonda le radici nei tanti equivoci con cui è stata costruita la squadra e gestito l'inizio di questa stagione agonistica.
La Gazzetta dello Sport
Crisi Roma. Juric prova a cambiare marcia: Soulé gira a vuoto, il gioco manca
È evidente co- me il gruppo sia ancora profon- damente scosso dall'addio di Daniele De Rossi, che al di là delle dichiarazioni ufficiali non è stato ancora metabolizzato da molti giocatori. Anche perché in tanti erano arrivati in giallorosso dopo aver parlato personalmente con l'ex allenatore, aver impostato con lui dei piani sul futuro, creduto nel suo progetto tattico. Per quanto uno possa poi dedicarsi anima e corpo al nuovo corso, un momento di smarrimento (più o meno lungo) è comprensibile. Sperando solo che duri il meno possibile.
Juric sta cercando di lavorare sulla testa dei giocatori, sull'aspetto motivazione, sul cer- care di cambiare anche la mentalità di qualcuno. Ma è arrivato da appena due settimane, non può cambiare tutto come se avesse la bacchetta magica. Intanto, però, ci sono le partite e bisogna fare risultato. Contro il Venezia la Roma ha portato a casa la partita più per inerzia che per costrutto, contro l'Elfsborg è uscita sconfitta contro una squadra che nel ranking europeo naviga al posto n. 225 (la Roma, per intenderci, è quinta, tanto per capire la diffe- renza di valori). Per ora funzionano alcuni singoli, Svilar e Pisilli su tutti, ma anche Angelino e Ndicka, che stanno dando garan- zie più o meno ampie. Segnali di crescita anche da parte di Pelle- grini, che dopo la sosta dovrebbe tornare a girare ai suoi livelli. A tratti è piaciuta anche la voglia di andare a pressare alti, a togliere il pallone, per poi far male subito negli ultimi 25-30 metri di campo.
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