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Criscito su Gasperini: “Per me è stato come un secondo padre”
Mimmo Criscito, ex difensore 38 anni, ha smesso di giocare due anni fa. Ha giocato nella Juventus e in nazionale, ma la sua dimensione l'ha trovata nel Genoa. E' stato anche all'estero, allo Zenit di San Pietroburgo e cinque mesi al Toronto ("Ma quello non era il mio calcio"). Si è raccontato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, parlando anche della vicenda di calcioscommesse, che lo ha visto coinvolto e assolto e che gli ha fatto perdere l'Europeo del 2012. In particolare ha dedicato un pensiero agli allenatori che hanno segnato la sua carriera. Adesso allena l'Under 17 del Genoa ma ricorda ancora le prime difficoltà da calciatore.
A ripercorrere la sua carriera spuntano allenatori di primissimo piano.
"Non sono così falso da dire che con tutti ho legato, ma a tutti devo qualcosa. Torrente mi fece esordire in B a sedici anni, Ranieri mi lanciò in A, Lippi mi ha regalato la mia prima maglia azzurra, con Spalletti ho condiviso la favolosa esperienza a San Pietroburgo, ma più di tutti, è Gasperini che mi ha formato. E stato un secondo papà, mi ha dato fiducia quando tutti mi guardavano storto e non credevano in me".
Altra svolta, ce la racconti.
"Sono alla Juventus, sbaglio un paio di partite, sì, anche quella del famoso gol di Totti, che mi manda fuori giri con una finta e segna. È vero, ero un pivello, ma mi sono sentito emarginato. La cosa che mi feriva di più erano le bugie sul mio conto, scrissero anche che mi ero messo in fila allo stadio per andare a vedere il derby della Lanterna, ma era tutto inventato. Quando tornai al Genoa Gasperini mi ridiede un equilibrio, mi cambiò ruolo, mi fece diventare il calciatore che poi sono diventato".
In Nazionale lei ha vissuto anche il momento più cupo della sua carriera. Fu quando si trovò implicato nel calcioscommesse. Iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva.
"Ero a Coverciano, erano le sei di mattina, arrivò la polizia, in stanza. stavo con Ranocchia, non capivo cosa stava succedendo. Pensai che fosse successo qualcosa di brutto a mio figlio, aveva sei mesi. Nello stesso momento gli agenti entravano a casa mia, c'era mia moglie Pamela, aveva ventuno anni. In quei giorni mi crollò il mondo addosso. Lei mi è stata accanto, sono diciotto anni che stiamo insieme, abbiamo tre figli, siamo felici, ma ne abbiamo passate, eh...".
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