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rassegna stampa

Cresciuto senza niente, ora vuole tutto: «Sì, io ci credo»

L’infanzia difficile, le polemiche per il video «anti-Juve», la difficile scalata al Belgio. «Ma io senza squadra non valgo nulla»

Redazione

Per Radja Nainggolan essere paragonato a uno juventino probabilmente è cosa gravissima, che sta a metà fra l’offesa e il paradosso, e non lo nasconde. «Sono contro la Juve da quando sono nato, vincono sempre con punizioni e rigori». Pezzo memorabile di videosociologia applicata al calcio.

L’eccesso è il suo mestiere, la sua sfida di ogni giorno. In campo fa chilometri, ma anche gol magnifici. Recuperi da pitbull, colpi da artista. Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", l’ex c.t. del Belgio Wilmots non lo aveva preso in considerazione per il Mondiale brasiliano, poi aveva fatto mea culpa prima dell’Europeo. E Nainggolan era sempre il primo a strigliare i compagni dai piedi deliziosi e dalla testa vaga.

L’infanzia difficile gli ha lasciato addosso capacità di lottare e voglia di riscatto, il resto è tutto calcio di pura qualità, come il pallone scagliato a 99 chilometri orari dopo 58 metri di corsa che ha incenerito l’Inter e il suo sogno Champions. Radja invece continua a sognare di acchiappare la Juve. «Loro corrono, ma noi dobbiamo continuare a crederci. Stiamo dimostrando di meritare la posizione che occupiamo. Abbiamo giocato contro una grande squadra, a San Siro è difficile vincere ma i 3 punti sono meritati. Abbiamo leggermente staccato il Napoli, ma ora dobbiamo concentrarci sul derby di Coppa Italia». Radja vuole tutto, perché c’è stato un tempo in cui non aveva niente. Radja è rimasto a Roma nonostante la corte del Chelsea e non si stancherà tanto facilmente di rincorrere la sua ossessione. «Questa Roma ha un grande gruppo, io sto bene, faccio gol, ma sono un giocatore e basta. Senza la squadra alle spalle non renderei in questo modo».

(A. Bocci)

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