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Contro il Bologna tocca a Dybala. La rincorsa della Roma passa da Mourinho

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La cosa più bella, in fondo, è che oggi il pallone ricomincia a rotolare, consentendo ai sogni dei tifosi di riprendere quota, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Quelli giallorossi – soprattutto dopo la certificazione data...

Redazione

La cosa più bella, in fondo, è che oggi il pallone ricomincia a rotolare, consentendo ai sogni dei tifosi di riprendere quota, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Quelli giallorossi - soprattutto dopo la certificazione data dall'intervista di ieri alla "Gazzetta" dal general ‘| manager Tiago Pinto - hanno a che fare con la qualificazione alla prossima Champions League.

La Roma è settima in classifica, ma il mantra di Pinto resta solido: "L'obiettivo è la zona Champions. Abbiamo la rosa per crederci, ma serve crescere".

Lo sforzo estivo a qualcuno, amante del senno di poi, può apparire non sufficiente, ma rivediamo le basi da cui si era partiti, ovvero il bilancio al 30 giugno. Con ricavi pari a 200 milioni, le perdite sono arrivate a 219.3 milioni nella scorsa stagione, dopo il -204 del 2019-20 e il -185 del 2020-21: in totale 608 milioni bruciati in questi esercizi. È partendo da questi fondamentali che i Friedkin, e di conseguenza Pinto, si sono mossi, allestendo una squadra che ha un monte ingaggi al 30 giugno pari a 154 milioni e che adesso sono in stati sforbiciati di una ventina di milioni, nonostante il mese di gennaio abbia portato in dote a Mourinho un nuovo arrivo, Ola Solbakken, anche lui a parametro zero, ma concupito da diverse società, prima fra tutte il Napoli.

Con il ritorno dei cosiddetti “fab four” come titolari (Pellegrini, Dybala, Zaniolo e Abraham) oggi contro il Bologna qualsiasi risultato diverso dalla vittoria per la Roma sarebbe una cattiva notizia. E forse lo scollamento virtuale fra Pinto (e la proprietà) e Mourinho (che ieri non ha fatto salti di gioia per le parole di Pinto) potrebbe ampliarsi In attesa che lo Special One decida il suo futuro. Perché, a dispetto del contratto fino al 2024, tutto è ancora da decidere.