rassegna stampa

«Condannate all’ergastolo De Santis»

I pm hanno chiesto l'ergastolo per l'ex ultras della Roma anche se permangono molte zone d'ombra su quel pomeriggio

Redazione

L'azione di Daniele De Santis è un unicum nella storia degli scontri da stadio. Così il pm Eugenio Albamonte descrive i fatti accaduti prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Infatti, "Non ha precedenti nella storia degli scontri calcistici del nostro Paese: mai ci si era fronteggiati con l’intento di provocare ferite mortali". Mai era comparsa una pistola. Per questo secondo i pm l'ex ultrà romanista merita l'ergastolo. "Richiesta sproporzionata e mediatica". Commenta il suo avvocato Tommaso Politi. Ma, non solo secondo a difesa, ci sono ancora grandi zone d'ombra rispetto a quel pomeriggio. Non così importante nelle valutazioni dei pm, che altrimenti non avrebbero chiesto quella pena per l'imputato, oltretutto senza potergli contestare la premeditazione, "Non conosceva Esposito". De Santis è uscito dall'aula urlando: "Siete dei buffoni, l'ergastolo me lo do da solo".

Basterà a convincere i giudici della Corte d'Assise di Roma? Nella requisitoria finale di ieri, i pm Albamonte e Antonino Di Maio hanno spiegato perché De Santis non merita attenuanti. "De Santis non ha agito da solo ma in maniera preordinata con altri sei individui purtroppo non identificati, con una studiata aggressione al pullman dei napoletani. Ma è rimasto travolto dalla risposta dei tifosi aggrediti che non pensava così numerosi. De Santis ha sparato puntando l’arma contro Ciro Esposito e gli altri napoletani non alla cieca come vuole farci credere. Poteva essere una strage". Per poi proseguire: "Le prove acquisite dimostrano che De Santis ha esploso i colpi mentre era in piedi e prima di essere ferito. Ciro Esposito ha fatto in tempo a raggiungerlo al massimo per uno schiaffo". Mentre i compagni di Ciro, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, meritano 3 anni per rissa e lesioni. A parte questo, ci sono altri passaggi poco chiari. I romanisti rimasti senza nome, come gli altri napoletani coinvolti nel pomeriggio di sangue. I guanti di De Santis: li indossava o no? Insomma, non tutto è stato chiarito di quel giorno.

Nella requisitoria dei pm non c'è traccia delle conclusioni fornite dalla perizia della difesa che ha provato che c'erano altri napoletani sulla scena prima del gruppo di Ciro. L’assalto al bus era già terminato quando si sono diretti verso Gastone; il sangue rinvenuto fuori dal cancello e quello sul cappello di Ciro dimostrano che De Santis  fosse già stato ferito, anche con armi da taglio. Il 18 maggio toccherà a Politi, il difensore di De Santis, che ha già raccontato di aver strappato la Beretta a un napoletano e aver fatto fuoco alla cieca, per difendersi dall’aggressione. Sentenza prevista  il 24.

(A. Catapano)