Quando c’è bisogno di dare una mano, in campo come nello spogliatoio, Henrikh Mkhitaryan non si tira mai indietro, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport. Lo sanno bene i compagni di nazionale, tutti molto tristi all’idea che Micki abbia salutato per sempre l’Armenia. E lo sanno bene quelli della Roma, che quando il pallone scotta passano sempre da lui. E lo sa bene anche Mourinho, che gli ha cambiato ruolo arretrandolo e mettendolo nel cuore del gioco. A Udine Mkhitaryan non c’era per squalifica e Mou ieri, a suo modo, ne ha sottolineato l’importanza: “Non voglio dire che la sua assenza è stata la ragione per cui non abbiamo vinto, ma è un giocatore importante". Non c’è nessuno tra i centrocampisti con la classe e la visione di gioco dell’armeno e per questo il tecnico portoghese ne ha bisogno proprio dove manca il regista puro. Proprio per questa sua enorme disponibilità -tattica e non solo- a breve la Roma gli proporrà il rinnovo di contratto. Se fosse stato per Pinto avrebbe già firmato un biennale un anno fa, ma è stato Micki a volere solo un annuale. Il suo agente, Mino Raiola, aveva trovato l’accordo per due stagioni, il giocatore ha deciso di firmale solo fino al 2022 per ragioni economiche e di prospettive. I rapporti con Mourinho in passato non erano stati sempre idilliaci, ma oggi è un giocatore imprescindibile della Roma. Anche per questo il parere di Mou sarà importantissimo nella questione rinnovo. La sensazione è che andrà via da Roma solo se sarà lui a volerlo. Per adesso i discorsi sul contratto sono fermi e non c’è fretta, Micki è in una posizione di attesa, come la Roma, e sta cercando di capire come finire la stagione.
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