rassegna stampa

Cole corre, ma col pensiero: “Scudetto? Se non regalano altri rigori…”

Ashley Cole, prima di Roma, non aveva mai lasciato Londra, il calcio inglese, le sue abitudini, i suoi metodi di allenamento.

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In Brasile continuano a chiamarla Saudade, termine che fa venire nostalgia solo a pronunciarlo: se ce l’hai, ti manca tutto. In Inghilterra la chiamano Homesickness, letteralmente nostalgia di casa: piove, il cielo è più grigio, ma il primo distacco da casa è traumatico anche quando hai quasi 34 anni, 2,5 milioni di follower su Twitter e sei una star mondiale. Ashley Cole, prima di Roma, non aveva mai lasciato Londra, il calcio inglese, le sue abitudini, i suoi metodi di allenamento.

Ambientamento Pochi inglesi hanno sfondato in Italia, un motivo ci sarà: fisico e atletico, prima di tutto. Per prepararsi alla Premier, si lavora con il pallone, su distese enormi di prato: di verde ce n’è anche a Trigoria, ma c’è pure la palestra. E così Cole si è trovato a fare i conti con una preparazione a suo dire mai così dura, che all’inizio gli ha imballato le gambe e fatto soffrire gli avversari. Solo all’Olimpico, perché in trasferta — dopo Empoli — almeno in campionato non ha più visto il campo. Al rientro dalla sosta, la Roma giocherà a Bergamo: per evitare la quinta panchina consecutiva, l’unica medicina è il lavoro. «Possiamo vincere lo scudetto — ha detto a Sky —. Abbiamo giocatori di talento, e in più nello spogliatoio c’è la mentalità giusta. Siamo sicuri che, se non troviamo persone che regalano rigori per falli commessi fuori area, possiamo vincere il campionato».Capito Rocchi?

British Style Se la prima impressione che un giocatore fa ai tifosi, spesso, è un marchio a fuoco, Cole dovrebbe fare le valigie e andare via a stretto giro di posta. Ma a Trigoria, almeno ufficialmente, questa ipotesi non esiste: Sabatini non stacca mai il cellulare, ma la volontà almeno per ora è quella di valorizzare quello che si ha. Cole o Holebas per il momento possono bastare, considerati pure Emanuelson (10’ in tutta la stagione) e Balzaretti (chissà quando rientrerà). In campo, Cole non ha avuto l’impatto di Maicon; fuori, tutto il contrario. Cordialità con i dipendenti, disponibilità per le iniziative della società — ultima, la promozione di #RideWithUs, con cui i tifosi possono aggiungere le proprie foto sul pullman della squadra —, voglia di imparare l’italiano. Serve solo il vero Cole in campo, a proposito di nostalgia.