Resterà la grande lezione di Scampia, insieme al ricordo di Ciro Esposito. Resterà la compostezza, la dignità di un intero quartiere piegato dall’ennesimo, inconcepibile, assassinio. Scampia s’è chiuso nel suo silenzio, rispettando la volontà di Antonella, la mamma del giovane sventurato, che s’era appellata alla non violenza. Persino le transenne sistemate per favorire l’ingresso alla camera ardente sono sembrate superflue: 2.000 persone hanno rispettato le file, autogestendo l’ordine pubblico fino a tarda sera.
rassegna stampa
Ciro è tornato a Napoli. Il silenzio di Scampia
La gente piange ed applaude lungo il tragitto che conduce all’interno della camera ardente.
CAMERA ARDENTE Alle 18.40 il carro funebre, proveniente da Roma, si ferma all’esterno dell’auditorium, dove è stata allestita la camera ardente. Ad attendere Ciro ci sono centinaia di persone. Il caldo è opprimente, ma la voglia di rendere omaggio al ragazzo è molto più forte. Cinquantacinque giorni dopo, lo scenario è diverso, l’allegria degli amici coi quali aveva raggiunto Roma per la finale di Coppa, s’è trasformata in dolore. La bara è portata a spalla da altri giovani, volti anonimi, di ragazzi che non hanno vergogna a mostrare le lacrime, insieme a quel pianto continuo.
LUNGO APPLAUSO La gente piange ed applaude lungo il tragitto che conduce all’interno della camera ardente. Dietro la bara ci sono Antonella e Giovanni, i genitori di Ciro, esempi di amore e dignità: sin dal giorno degli spari, entrambi hanno predicato perdono e non vendetta. E quel dolore che si legge sui loro volti ha tanto d’innaturale. Alle loro spalle c’è De Magistris, il sindaco. E’ andato incontro al corteo funebre, raggiungendolo alla barriera autostradale di Caserta Sud. Lì, s’è intrattenuto con i familiari del ragazzo.
CORONE Ne sono arrivate un centinaio fino a ieri sera, anche quelle dei tifosi del Catania, del Bologna, della famiglia Speziale, quella del giovane condannato per l’omicidio dell’ispettore Raciti. Ed ancora, quelle dei suoi amici della curva A del San Paolo, della curva sud della Nocerina e del club Napoli «Milano Partenopea». E poi, ci sono le sciarpe del Napoli, del Genoa, della Lazio, mentre al centro dell’auditorium, alle spalle della bara, c’è il gonfalone del Comune di Napoli e la corona della Municipalità di Scampia, presieduta da Angelo Pisani, l’avvocato della famiglia Esposito che s’è adoperato per l’allestimento della camera ardente e per i funerali che si svolgeranno oggi alle 16.30. Ci sarà il presidente Coni, Malagò: ha promesso una borsa di studio intitolata alla memoria di Ciro e terrà un’orazione.
NAPOLI ASSENTE Il Napoli ieri non c’era, nemmeno un dirigente ad accogliere Ciro: oggi, la società dovrebbe far pervenire alla famiglia una maglietta con la data di nascita del ragazzo. Insigne potrebbe essere presente ai funerali. E laggiù, dal Brasile, è partita una e-mail di condoglianze firmata da Blatter, il numero uno della Fifa, indirizzata alla famiglia del giovane. Oggi Scampia darà l’addio a Ciro. Mille, cinquemila, diecimila persone: saranno davvero in tanti e nessuno dovrà redimere il dolore. Stavolta la camorra, la malavita non c’entrano. Ciro è morto per seguire l’irrazionalità della passione, quel maledetto amore per il suo Napoli che ne ha spezzato l’esistenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA