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rassegna stampa

Ciao Gigi Proietti. La Roma nel cuore e il magico dono di far ridere tutti

L’Italia piange il grande artista scomparso ieri nel giorno del suo 80° compleanno Aveva un problema cardiaco

Redazione

Succedeva sempre così. "Signor Proietti, siamo della Gazzetta dello Sport, possiamo farle due domande sulla Roma?". Lui, generalmente circondato da microfoni, si fermava, ti puntava sollevando il sopracciglio e stentoreo rispondeva: "Certo, finalmente parliamo di cose serie!", come riporta Elisabetta Esposito su La Gazzetta dello Sport. Poi sorrideva, colmando in un attimo la distanza apparentemente infinita tra l’intervistatore e l’artista immenso, l’uomo che sapeva far ridere tutti.

Gigi Proietti ci ha provato anche ieri: ha deciso di andarsene nel giorno dei morti, lui che nel giorno dei morti era nato, 80 anni fa. E di farlo in un momento in cui nemmeno i morti possono essere salutati con un grande funerale, di quelli con migliaia di persone che si abbracciano in lacrime. C’è un tocco di ironia anche in questo, per quanto macabra (ma lui era un amante del genere, ricordate la barzelletta sulla Roma e il posto libero accanto all’abbonato in lacrime?). Ieri mattina però non veniva da ridere a nessuno. Perché perdere Proietti ha creato un senso di vuoto in tutti gli italiani. E a Roma, dove la sindaca Raggi ha annunciato il lutto cittadino per il giorno del funerale, lo smarrimento è più profondo. C’è più silenzio, nei negozi, nei bar, e se proprio si deve parlare, si parla di lui, Mandrake, portatore sano di una romanità pungente e genuina, spietata e generosa, nobile e popolare. Una romanità ostentata e universale.

Lo sport gli piaceva. E amava la Roma: "Sono romanista perché sono romano, è un fatto fondamentale di campanile. È un fatto di pelle", aveva detto in un’intervista nel lontano ‘77. Incastrava la visione della sua squadra tra prove e spettacoli: "La Roma ce fa soffri’", ripeteva spesso negli ultimi anni, ma era portato all’ottimismo. A pochi mesi dall’arrivo di Fonseca aveva commentato: "Pensavo peggio… Alla fine un po’ di gioco c’è". E sui Friedkin: "Devono essere vicini alla piazza e alla squadra. Pallotta è stato ‘Il Fantasma dell’Opera’".

Ma la vera passione di Proietti non poteva che essere Francesco Totti: "Ha indossato una sola maglia, è stato un fedelissimo. Ora lo sogno mentre dice ‘Rieccomi’. Non credo ne nascerà un altro". E Francesco, che all’attore era legatissimo, ieri ha commentato: "Gigi ti voglio bene, anche dal cielo ci farai stare allegri. Roma ti sarà sempre grata".