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La Gazzetta dello Sport

Chiesa-Spinazzola per ripartire, senza Immobile. Dubbio Jorginho

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Donnarumma da recuperare, Bonucci e Verratti elementi di continuità con il progetto. Insigne lontano come il Canada

Redazione

Non tutto si può buttare, ovviamente. Semmai ci saranno aggiustamenti e dipenderanno dal ct che si accomoderà (poco...) in panchina. C’è una base, non particolarmente giovane, semmai avviata all’età della maturità calcistica, su cui lavorare: Chiesa e Spinazzola (sperando che torni lui) non possono non considerarsi i nostri punti di ripartenza, ma c’è anche un buon numero di laureati a Wembley con cui cercare continuità. Qualcuno lascerà il gruppo “storico”: non tanti, e forse neanche loro malgrado.

Del gruppone di circa 40 giocatori in orbita azzurra, scrivono Luigi Garlando e Andrea Elefante su 'La Gazzetta dello Sport', almeno una ventina si potranno considerare confermati. Con un elemento di continuità che sarà il prossimo capitano, Bonucci, Verratti, Spinazzola, Chiesa, Bernardeschi,Di Lorenzo. Donnarumma è ovviamente una certezza. Bastoni accusa ancora passaggi a vuoto ma non si discute e Gianluca Mancini ha dalla sua parte l’età e la povertà di alternative già pronte (ma Gatti promette di affacciarsi presto). Barella quando è al cento per cento garantisce dinamismo e doppia fase come pochi. Locatelli, Pessina e Cristante sono sempre stati considerati da Mancini dei “titolari aggiunti”. Tonali lo diventerà presto. Frattesi ha un grande futuro, i romanisti Lorenzo Pellegrini e Zaniolo occupano senza concorrenza le caselle di mezzali d’attacco. Il futuro dell’attacco invece ha la maglia neroverde del Sassuolo. Berardi, Scamacca e Raspadori.

Meret, Cragno e Gollini si giocheranno assieme a Silvestri i due-tre posti alle spalle di Donnarumma. Ma la principale valutazione riguarderà Jorginho. Sua alternativa naturale è sempre stato considerato Sensi, ma con riserva. Toloi ha grande duttilità, Romagnoli a 27 anni non può considerare già esaurita la sua parabola azzurra. Poche opzioni nel settore laterali: Di Lorenzo e Spinazzola titolari indiscutibili, ma nessuno dei due ha un alter ego. Dunque Florenzi,De Sciglio, Calabria, Emerson e Biraghi possono sentirsi tutti in corsa. Discorso a parte per i due “oriundi”, Luiz Felipe e Joao Pedro: testati e poi scelti da Mancini, al momento non hanno avuto chance per dimostrare di poter essere utili. Belotti, rispetto all’ex concorrente Immobile, ha il vantaggio dell’età, ma ora rischia di partire in svantaggio con Scamacca (e nel caso Raspadori). Politano e Zaccagni dipenderanno molto dalla coerenza delle loro caratteristiche tecniche con le esigenze del c.t.

Sarà stata quella di Palermo, la numero 115, l'ultima gara azzurra di Chiellini? Possibile, ma anche in questo caso l’unica certezza è, o sarà, nella sua testa. Chiunque ci sarà in panchina, si consulterà con il capitano per verificare le sue intenzioni. Senza Mondiale, molto più improbabile che si rimetta in cammino con un obiettivo, anche temporale, non precisato. Discorso simile per Sirigu e Acerbi, 35 e 34 anni. Insigne quando inizierà il prossimo ciclo avrà “solo” 31 anni: la sua esperienza in Nazionale non potrà essere impermeabile alla scelta di lasciare l'Italia per il Canada. Infine Immobile, il grande mistero dell’Italia degli ultimi anni: inarrestabile con la Lazio, praticamente mai decisivo in azzurro. Anche negli ultimi quattro anni, da quando c’è Mancini, ha accumulato una serie di inutili ultime spiagge. Spesso per mancanza di alternative convincenti, ma almeno quelle ora sembra ci siano.