rassegna stampa

Che caos in stazione. Giallorossi contestati: “Non avete carattere”

LaPresse

Pesantissimi cori ultrà alla squadra in partenza per Roma. Il sorriso è di Zaniolo: "Emozionato, ma meritavamo i 3 punti"

Redazione

La Roma non fa in tempo a salire sul treno che dalla stazione di Campo di Marte la riporta nella Capitale, che oltre cento ultrà intonano quei cori destinati a sancire ulteriormente la spaccatura tra l’universo di Trigoria (tutti compresi) e quello della pancia del tifo giallorosso. Ci sono cori contro chiunque. Contro il presidente Pallotta (feroci), contro i dirigenti che quotidianamente sono al fronte ed anche contro i giocatori. Per loro i cori sono quelli storici: "Mercenari", "Tirate fuori le palle", "Tifiamo solo la maglia", "Vi romperemo il culo". Succede nel giorno in cui Monchi sbotta e si lamenta a nome della società contro la classe arbitrale per tutti i torti subiti. Ma questo, al momento, non interessa gli ultrà, che cercano più capri espiatori che giustificazioni.

In tutto questo c'è da registrare l'esordio in campionato da titolare per Nicolò Zaniolo, che alla fine può raccontare solo sui social le proprie sensazioni. "Ancora emozionato per la gara, ma mi dispiace molto per il risultato, meritavamo decisamente di più". Probabile, così come è senz’altro vero che la Roma può dare di più, a cominciare da alcuni protagonisti come Cristante e Schick, scrive La Gazzetta dello Sport. Le cifre d’altronde parlano chiaro: la squadra giallorossa (a 15 lunghezze dalla Juve) ha undici punti in meno rispetto alla scorsa stagione e non è un caso che oggi la zona Champions - dopo i match di Milan e Lazio - potrebbe non essere più a portata di mano. Adesso c’è bisogno di una grande prestazione a Mosca per far invertire l’umore della gente. E alla fine dei giochi, vedere Francesco Totti (col figlio Cristian) in tribuna salutare Gabriel Batistuta, alla luce del risultato finale - ma soprattutto della classifica - non può non far ammalare di malinconia tutti quello che ricordano giorni più belli. Quelli in cui gli ultrà cantavano solo per la gioia.