Ieri pomeriggio a Trigoria si è svolta l’assemblea degli azionisti. Prendi la perdita di 48,7 milioni di euro, emersa dalla semestrale, che mette la società a rischio sanzioni relative all’articolo 2446 del codice civile, causa perdite superiori a un terzo del capitale. L’assemblea, su richiesta della Consob, ha rinviato la discussione all’approvazione del bilancio al 30 giugno, quando ragionevolmente il club avrà ridotto quel -48,7.
rassegna stampa
Cessioni per il bilancio? Pallotta può evitarle
E l’accesso alla Champions farà il resto: "Qualificarsi aumenterebbe quasi di un quarto le nostre finanze attuale", ha detto il d.g. Baldissoni
Già, ma come? La mossa più semplice da immaginare: la cessione di uno o più calciatori entro il 30 giugno. Ma se fosse l’unica via, sarebbe complicato per la Roma difendersi dall’assalto di un’altra società: perché, a mo’ di esempio, l’Inter dovrebbe evitare di giocare al ribasso nella trattativa con chi è costretto a cedere il Manolas di turno? Qui interviene James Pallotta, con gli 86 milioni messi a disposizione, di cui 70 versati in conto aumento capitale (dunque non rimborsabili) e 16 di finanziamenti. Pallotta, in linea di principio, potrebbe decidere di non procedere all’aumento utilizzando parte dei 70 milioni per ridurre le perdite. Ergo: nessuna sanzione ex articolo 2446 e nessuna necessità di vendere entro il 30 giugno, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Poi sarà il mercato a dettare le scelte. E l’accesso alla Champions farà il resto: "Qualificarsi aumenterebbe quasi di un quarto le nostre finanze attuale", ha detto il d.g. Baldissoni.
La Roma ha poi chiarito che la modifica del progetto Tor di Valle non produrrà effetti negativi sui conti. "Contiamo di giocare lì per il 2020-21", ha spiegato l’a.d. Gandini. E Unicredit, sempre in tema stadio, con una nota ha precisato di "non aver attualmente alcun rapporto creditizio con As Roma".
© RIPRODUZIONE RISERVATA